SULLA RELAZIONE DI IDEALE E FATTUALE, DI METAFISICA E STORIA
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portamento animale o infantile - del primo perché gli animali modera
no la ricerca del proprio utile individuale a vantaggio della prole o dei
loro simili; dei secondi perché, prima di ogni educazione, i bambini ri
velano una certa tendenza a fare del bene agli altri, e sentono la com
passione - , tanto meno dell’uomo adulto, che è in grado, al di sopra del
l ’utile, di agire secondo principi generali8.
E dunque prendendo spunto dall’esigenza di Grozio di subordinare
l’utilità alla giustizia che quest’ultima è definita nel
De uno
come ciò che
«utilitates dirigit et exaequat»9. Per ciò stesso, la società è il luogo in cui
l’uomo, per natura, coltiva la propria razionalità, e in cui avviene la con
divisione armonica delle utilità:
[...] homo natura factus, non ad sua solius, ut ferae bestiae, sed ad com
municandas cum aliis hominibus utilitates. Atqui natus imprimis est ad so
cietatem veri rationisque colendam: igitur factus ad communicandas utilita
tes ex vero et ratione [...] homo natura factus ad communicandas cum aliis
hominibus utilitates ex aequo bono. Societas est utilitatum communio, ae
quum bonum est ius naturae: igitur homo est natura socialis10.
Non si vive in modo conforme alla verità e alla ragione laddove non
si vive socialmente11. Vico avverte tuttavia l’esigenza di definire su qua
le fondamento poggi nell’uomo
Vutilitas:
«Utilitates [ ...] , quae cupidi
tatem cient, corpore constant»12. L
’utilitas
rimanda dunque alla
cupidi
tas
, al
corpo.
Ciò che muove la concupiscenza sono le cose finite relative
al corpo:
Cupiditas excitatur rebus, quarum inopia laboramus, igitur rebus finitis:
excitatur autem per sensus, qui corporis sunt. Quae autem corporis sunt a
corpore moventur: igitur cupiditas excitatur rebus finitis corporeis13.
L
'utilitas
consiste allora nella soddisfazione delle cose finite relative
al corpo14. La società è il terreno in cui si media l ’egoismo individuale
8
GROZIO,
Dejure belli acpacis, «Prolegomeni», § 7.
9 De uno,
p. 57.
10 Ibid.,
p. 59.
11 Ibid.,
p. 95.
12 Ibid.,
p. 57.
13 Ibid., p. 51.
14 Ibid., p.
53.
«Ma vi
è
anche la sfera dell’utilità: e nella sfera dell’utilità nasce il diritto.
L’utilità
è,
in questo primo schema della concezione vichiana, tutto quello che l’uomo pren
de dalle cose finite con la sua azione, per provvedere ai bisogni della sua azione, che nascono
anch’essi dal suo essere finito» (G.
CAPOGRASSI,
Dominio, libertà e tutela nel ‘De Uno’, in Id.,
Opere, Milano,
1959,
voi. IV, pp.
13-14).