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MARCO VANZULLI
que attiva. Cerchiamo di definire meglio questa relazione decisamente
aporetica23.
La
ratio
si esprime nell’eguaglianza degli uomini, verità latente alle
origini delle società. Sarà, più tardi, nella terza età del corso sociocultu
rale, l ’eguaglianza di natura umana a costituire la base del consenso da
to dagli uomini all’autorità che li governa. Vico sosterrà allora che la leg
ge è espressione della volontà di tutti i cittadini, codificazione dell’equo
civile sentito dalla volontà comune, che sostiene, col consenso, la legge
stessa24. La
ratio civilis
della legge è la
pubblica utilità
, e tale
ratio
la fa
partecipe della ragione naturale25. Ora, nella società, la
utilitatum com
munio
, la giustizia come regolazione, direzione e uguagliamento delle
uti
litates,
non si dà per una diretta e pacifica conversione razionale dei rap
porti interindividuali, ma attraverso un processo graduale, mediato e
conflittuale. Le
repubbliche
nascono col costituirsi dell’ordine patrizio,
ossia quando i
patres,
coloro che stanno a capo della propria famiglia e
dispongono di clienti, cioè di servi che devono loro opere ed ossequio,
si uniscono e si riconoscono come eguali. Essi si riconoscono con ciò stes
so uguaglianza di diritti, e qui è il primo nucleo della parità giuridica -
sia pure limitata allo strato sociale dominante - , conforme alla egua
glianza umana sancita dalla ragione. Vico scrive come titolo di capitolo:
«Rerumpublicarum caussa et occasio», dove la causa della formazione
dello Stato è la
natura sociale
degli uomini, mentre l ’occasione è costi
tuita dalla necessità di unirsi contro le sollevazioni della plebe. La plebe
è infatti la massa dei clienti in rivolta, dei servi privi di diritti che si sol
levano26. L’unirsi e il
riconoscersi come uguali
dei
patres
è allora il rifles
so
organizzato
della sollevazione spontanea delle plebi, che in questa
unione si scoprono uguali in senso
universale,
perché non si riconosco
no semplicemente uguali tra di loro, ma uguali
de jure
anche ai loro si
gnori. Questo riconoscimento dipende proprio, secondo Vico, da una
percezione dell’uguaglianza di natura umana tra uomini di ceti diversi,
per cui essi giungono gradualmente ad avvertire la
turpitudo
della
inae
qualitas
delle
utilitates.
Tale percezione dell’uguaglianza umana avviene
però indirettamente, attraverso la rivendicazione di differenti istanze uti
23 Peraltro, tale relazione aporetica sarebbe superata soltanto nell’ultima Scienza nuova,
perché anche nella Scienza nuova prima sembrava «che la provvidenza di Dio, fonte metafisi
ca del diritto naturale da cui si parte il senso comune delle nazioni, sovrapponesse la sua leg
ge alla forza che sviluppa la storia umana» (N.
BADALONI,
Ilproblema della grazia e della prov
videnza nellafilosofia di G.B. Vico, in «Società» II, 1946, 7-8, p. 675).
24 De uno, pp. 80, 89 e 131.
25 Ibid., p. 101.
26 Ibid., p. 127.