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MARCO VANZULLI
della ragione è tanto più forte e verosimile non quando la ragione è agli
albori e ancora prossima al mondo fantastico, ma quando perviene al suo
raffinamento e raggiunge il culmine del processo civilizzatore di un po
polo. Il massimo d ’incivilimento si tocca e si rovescia nella peggior bar
barie, quella della riflessione. Di qui sono aperte più strade, tre esatta
mente49, ma tutte indicano la necessità di un ristabilimento di condizio
ni in cui alla ragione si accompagnino le determinazioni sensibili-fanta
stiche. L’ideale vichiano è quello di un’unità armonica delle qualità uma
ne, che non si dà come epifania alla fine del ciclo. Il ciclo poi, è bene ri
cordarlo, non è quello della storia universale, ma quello della storia par
ticolare di ciascuna nazione. Non vale per Vico quanto scriveva Con-
dorcet nel
YEsquisse:
[...] la natura non ha posto alcun limite al perfezionamento delle facoltà
umane [...] la perfettibilità dell’uomo è realmente indefinita [...] i progres
si di questa perfettibilità [... ] non hanno altro limite che la durata del glo
bo sul quale la natura ci ha gettato. Senza dubbio, questi progressi potran
no seguire un cammino più o meno rapido, ma esso dovrà essere continuo
e mai retrogrado50.
Il prodursi della
ratio
come estensione progressiva della socialità con
servativa delle
utilitates
in una più ampia prospettiva civile è compatibile
con l’impianto filosofico del
De uno}
Non lo inficiano forse le
degnità
ge
nealogiche de
La Scienza nuova
?
«Natura
di cose altro non è che il
nasci
mento
di esse in certi tempi e con certe guise»: le condizioni sono costitu
tive, determinano cioè il carattere ontologico delle
cose,
non ne sono me
ramente l’occasione; «le
propietà inseparabili
da’ subbietti devon essere
pro-
dutte dalla modificazione o guisa con che le cose son nate-,
per lo che esse ci
posson avverare tale e non altra essere la natura o nascimento di esse co
se»51. Non vi può certo essere una piena compatibilità tra questi assiomi e
un’opera in cui ancora è sostenuta una posizione innatistica52. Le degnità
genealogiche costituiscono il banco di prova, il punto forte o debole di ogni
interpretazione vichiana, ciò che in qualche modo la rende valida. Usando
una concettualizzazione cara a Bachelard e ad Althusser, esse costituisco
no in Vico l’asse della
rottura,
ciò attorno a cui si costituisce da un punto di
49 Sn44, pp. 961-968.
50J.-A.-N.
CARITAT DE CONDORCET,
Saggio di un quadro storico dei progressi dello spirito
umano, tr. it. a cura di G. Calvi, Roma, 1995, p. 48.
51 Si tratta, rispettivamente, delle degnità XIV e XV della Scienza nuova (Sn44, p. 500).
Corsivo mio.
52 «Sive rectius dixeris [...] mentemque humanam ingenita habere genera, quae a nobis
pueris primulum sua sponte explicantur» (De uno, p. 765).