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ANTONIO GISONDI
lo, nella
Prefazione
al volume di Pacia, proprio per la loro «antiteticità»16.
Accanto e intrecciati a queste, forse con tratti di specificità persino più
marcata, vanno qui considerati anche i complessi aspetti della cultura e
della poliedrica attività di Marcello Papiniano Cusani (1690-1766), fino
a pochi anni or sono del tutto sconosciuti17.
Dall’interno della stessa Chiesa napoletana questi ecclesiastici elabo­
rano e realizzano strategie culturali, religiose e civili, contrastanti con la
tradizione teologico-scolastica. Sono altresì fiduciose ed esperte nell’u­
so critico della ragione moderna sia nelle scienze empiriche che in
rebus
theologicis,
nella fondazione della
scienza della morale
(tentata da Galia­
ni) e della
scienza dell’io e dell’uomo,
avviata più tardi da Genovesi. Stra­
tegie in vario modo alternative a quelle ‘tradizionali’ nelle premesse e nei
metodi, finalizzate a rifondare, con l ’uso della ragione critica, le struttu­
re e la cultura ecclesiastica e civile, a riformare la società e la vita del Re­
gno secondo il messaggio cristiano. In questo senso esse sono natural­
mente orientate ad accogliere le polivalenti dimensioni del ‘giannonismo’
che Torno incontra, invece, da revisore ecclesiastico. Inoltre, da questo
diverso approccio, tutto napoletano, alla polivalenza del giannonismo,
anzitutto dell
'Istoria,
e alla discussa ‘ortodossia’ religiosa della
Scienza
nuova,
praticato dai protagonisti di questo dibattito, emergono occasio­
nali concordanze ma anche insospettate affinità tra di essi che rompono
e dissolvono consolidati paradigmi ricostruttivi e interpretativi della spe­
cifica realtà culturale napoletana del primo Settecento. Proprio queste
affinità alimentano ulteriormente una riflessione critica su quei paradig­
mi o modelli di lettura storiografica, in particolare sulla dicotomia
illu-
minismo-antillumismo.
Così, Galiani, Cusani, Genovesi, insieme a Tor­
no, concordano sulla prevalente funzione riformatrice-religiosa del gian­
nonismo. Fraggianni, invece, poi anche Francesco Pecchenedda, Mi­
chele Maria Vecchioni, Giovan Francesco Conforti ne rilevano ed assu­
mono l’istanza giurisdizionalistica e regalistica, accantonata o persino su­
perata dai primi nel clima riformatore degli ‘anni eroici’, e ripresa da Ge­
novesi, poco prima della morte, in occasione del rinnovato clima di scon­
tro creatosi a proposito della cattedra delle Decretali, difesa ancora dal
curialismo. De Liguori, invece, proveniente dal circolo Caravita e figlio
spirituale del ‘maestro’ Torno, non esprime alcun interesse né per la du­
16 Vedi R.
AjELLO,
Prefazione a
PACIA,
op. cit., pp. IX e XIII: «Tomo e Galiani che espri­
mevano posizioni teoretiche conflittuali e procedevano in direzioni opposte».
17 Si può vedere
A. GlSONDI,
Verità, ragione eprassi. Percorsi inediti dei lumi nel Settecento
meridionale, in questo «Bollettino» XXVII-XXIX (1998-1999), pp. 161-220; Id., Cusani, Mar­
cello Papiniano, in Dizionario biografico degli italiani, voi. XXXI, Roma, 1982, pp. 502-505.
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