A PROPOSITO DI UN TEOLOGO E GIURISTA DEL SETTECENTO
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plice lettura
dell’Istoria,
né per l’ortodossia della
Scienza nuova.
Diver
genze radicali, quindi, all’interno del fronte giannoniano, tra i due mag
giori diffusori
deli’Istoria civile
, Cusani e Fraggianni, ma anche all’inter
no del fronte ecclesiastico-tomista, tra ‘maestro’ e ‘allievo’ e, al contra
rio, sia concordanze, oltre le «radicali opposizioni» tra le massime espres
sioni dei due fronti, Galiani e Torno, sia «affinità» tra i due più impor
tanti ‘allievi’, de Liguori e Genovesi18.
Dall’approccio storico-critico alla conoscenza del ‘grandioso Sette
cento’ ecclesiastico, libero dalle richiamate ipoteche teorico-storiografi-
che (anche a seguito della ricca esperienza di Torno), emergono, perciò,
elementi e tracce di percorsi intellettuali di notevole originalità. Infatti,
come le divergenti letture riformatrici
d<AVIstoria
alimentano, nello stes
so tempo, il regalismo di Fraggianni e il riformismo civile-religioso di Cu
sani, poi, fortemente in contrasto tra loro, così la ‘vera cattolicità’ e ‘sin
cera religiosità’ dell
'Istoria
(e anche della
Scienza nuova),
sancite dal
‘maestro’ Torno, ricevono, invece, una divergente valutazione da de Li
guori. Sebbene radicato ben più del ‘maestro’ nel circolo Caravita e aper
to alla
filosofia esperimentale
della
ragione naturale
cartesiana (che ha ali
mentato già le esigenze storico-critiche di Giannone), il futuro santo, a
differenza del ‘maestro’, non appare affatto convinto o solo interessato
alla ‘sincera’ religiosità giannoniana o vichiana, e avversa radicalmente
sia gli esiti regalistico-giurisdizionalistici e riformatori dell’una che quel
li storicizzanti dell’altra. E seppure non li richiama in alcun modo, di fat
to teorizza e pratica, nella sua complessa esperienza, un percorso cultu
rale, teologico e pastorale divergente ed opposto. L’orientamento e le
scelte di Torno diventano, quindi, più significative se esaminate in pa
rallelo alle coeve esperienze culturali qui richiamate, nello stesso tempo
convergenti e divergenti. L’attenzione per questo specifico contesto, ne
cessariamente solo accennato in questa sede, si rivela, perciò, uno dei
modi fecondi per accogliere l’invito di Costa e di altri studiosi. Un tale
percorso, già sperimentato e praticato per altre grandi figure colte anche
nella loro proiezione europea, va approfondito, però, con indispensabi
li indagini di archivio, necessarie per cogliere tutta la problematicità del
la cultura e della prassi di Torno, emergente, solo in parte, già da questa
biografia. Attraverso l ’acquisizione della conoscenza analitica di precisi
18
Per la sottolineatura di queste «affinità» e «opposizioni» cfr.
G . GlARRIZZO,
Illumini
smo e religione. L’Italia religiosa del Settecento, in Storia dell’Italia religiosa, a cura di
G .
De
Rosa, T. Gregory, A. Vauchez, Roma-Bari, 1994, voi. II, L’età moderna, pp. 485-486. Per un’a
nalisi di esse si può vedere, dello scrivente, Ragione naturale e lumi per Alfonso De Liguori e
Antonio Genovesi, in «Archivio di storia della cultura» XVI (2003), pp. 169-218.