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ANTONIO GISONDI
nel tempo, o costruendola per via critico-razionale e sperimentale. Per
tutti, comunque, si tratta di evitare che la
critique
della
raison
nella sua
violenza corrosiva e scettica, distrugga le parti spurie e travolga anche il
suo fondamento certo, razionale o rivelato. Questo è il compito intel­
lettuale e cristiano che hanno scelto, negli stessi anni, Torno, Sarnelli e
de Liguori, ma anche Galiani, Cusani e Genovesi; tutti separati l ’uno
dall’altro nell’ordine da circa 10-Danni, e altresì tra loro legati, i primi
allo stesso modo degli ultimi tre, dalla condivisione del medesimo orien­
tamento culturale e religioso, e soprattutto da vincoli di protezione e
quasi di discepolato. In tal modo, Cusani e Genovesi - come dice Fer­
rone21 - sono «le principali pedine» o gli originali esecutori della stra­
tegia di riforma culturale, basata sulla ragione storico-critica e sulla
li­
bertas philosophandi
difesa da Galiani. Sarnelli e de Liguori tentano, in­
vece, la riaffermazione del primato della tradizione a partire dal patri­
monio teologico tomistico difeso da Torno, ma aggiornato dai
lumi
del­
la
ragione naturale
e
esperimentale.
Come già sappiamo, Galiani, dagli inizi del ventennio e fino alla morte
(nel 1753), sviluppa la sua strategia critico-riformatrice, analoga ed oppo­
sta a quella attivata negli gli stessi anni dall’aristotelico e tomista Torno. Già
a Roma, da docente, si era fatto promotore di un capillare rinnovamento
della cultura cattolica, coniugando l’indagine storica con gli studi teologi­
ci, con l’approfondimento e la diffusione delle nuove metodologie scienti­
fiche attraverso contatti con scienziati europei e italiani, espletando im­
portanti incarichi scientifici: diventa superiore generale dei Celestini e dal
1732 promuove, da Cappellano Maggiore del Regno, una prudente diffu­
sione del cartesianesimo, difendendo, come si è detto, la riedizione delle
Discussioni
di Grimaldi. Inoltre, amplia e radica ancor più quel progetto di
riforma culturale, scientifica, civile e religiosa, non solo del Regno, diven­
tandone il punto di riferimento autorevole, tenace e discreto22.
Nello stesso tempo, Torno a Napoli è, a sua volta, ormai il più ascol­
tato consigliere e teologo dell’arcivescovo Pignatelli e, poi, anche dei di­
retti successori, Spinelli e Sersale, chiamati a reggere la Chiesa napole­
tana fin oltre la metà del secolo, negli anni di massimo scontro tra la Cu­
ria e le istanze giurisdizionalistiche e riformatrici, consolidatesi nell’uso
della ragione critica.
21 V.
FERRONE,
Scienza, natura, religione. Mondo newtoniano e cultura italiana nelprimo
Settecento,
Napoli, 1982, p. 524.
22 Su Galiani manca ancora una monografia: ancora utile F. NlCOLINI,
Un grande educa­
tore italiano,
Napoli, 1951. Cfr. l’ampio saggio di V. FERRONE,
Inquietudini religiose e crisi del­
la coscienza europea,
in Id.,
Scienza, natura, religione,
cit.; E. Di RlENZO,
Galiani, Celestino,
in
Dizionario Biografico degli Italiani,
voi. LI, Roma, 1998, pp. 453-457.
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