A PROPOSITO DI UN TEOLOGO E GIURISTA DEL SETTECENTO
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La scelta di Tomo appare ancor più significativa se si considera che Galia­
ni, a sua volta, aveva già nominato pochi giorni prima revisore scientifico
l’altro suo amico e allievo, il celestino Giuseppe Orlandi, poi Vescovo di
Giovinazzo, amico e collega anche di Cusani. Orlandi, professore di fisica,
auspica «che siano date alla luce anche le tante altre lodevoli fatiche e in­
venzioni dell’Autore», che, quindi doveva già conoscere30. Quale è stata,
inoltre, la valutazione di Torno sullo sfortunato
Parere intorno alla vera idea
della lettera apologetica
, contrario alla
Lettera,
che il padre Innocenzo Mo-
linari stese nel 1752, sollecitato dal suo amico de Liguori (col quale era im­
pegnato in una ‘Congregazione segreta’ mariana), e forse anche da quei pre­
lati? Per questo
Parere,
come è noto, il Molinari, rivale e nemico di Geno­
vesi, sperimentò il rigore di Fraggianni intervenuto autorevolmente a dife­
sa del Principe31.
Quel confronto merita, quindi, uno scavo attento tra le carte degli ar­
chivi, non solo ecclesiastici. L’azione di formazione, di orientamento e di
disciplinamento del clero e del laicato avviene, infatti, attraverso stru­
menti e documenti ufficiali dai quali non appare la dialettica interna al­
le varie istanze che concorrono alla loro elaborazione. Tanto meno vi tra­
spare l ’incidenza del magistero di Torno, sempre riservato e defilato, pur
essendo il teologo ufficiale dell’Arcivescovo e della Curia
Cogliere il senso di quei dibattiti interni alle strutture e alla cultura
ecclesiastica, al di là dei resoconti ricostruttivi, attraverso l’esame degli
atti preparatori dei vari documenti ufficiali o dei processi di canonizza­
30 Una indagine, forse non ancora svolta, sulla approvazione, concessa il 19 agosto 1755
dal Cappellano Maggiore, mons. Nicola De Rosa, successore di Galiani mentre Torno è an­
cora in carica, per la stampa di un’altra opera di R.
DE SANGRO
(
Dissertazione intorno ad una
antichissima lucerna trovata in Monaco l’anno 1753 con una lettera del P. D. Claudio Fromond
etc. sul proposito della scoverta d’un lume perpetuofatta da esso principe,
uscita poi in france­
se nel 1756 col titolo
Dissertation sur un lampe antique trouvée àMunich en l’année 1753)
po­
trebbe arricchire la conoscenza di importanti aspetti della dialettica culturale napoletana: ve­
di ASN,
Ecclesiastico, Espedienti di Consiglio,
fase. 726, ine. IV.
31 Sulla complessa vicenda della
Lettera apologetica
del di Sangro vedi E.
CHIOSI,
Lo Spi­
rito del secolo. Politica e religione a Napoli nell’età dell’illuminismo,
Napoli, 1992, pp. 71-75;
G. G
iarrizzo
,
Illuminismo e Massoneria nell’Europa del Settecento
, Venezia, 1994, pp. 115-
119; su G. M. Della Torre vedi V.
FERRONE,
Scienza, natura, religione,
cit., p. 642; P.
ZAMBEL-
LI,
Laformazione,
cit.,
ad indicem
; Id.,
Illuminismo radicale e illuminsmo moderato a Napoli-
Quipù: segni di intesafra Sansevero e i moderni,
Fraggianni, Genovesi, Orlandi, in L’Europa
nel XVIII secolo. Studi in onore di Paolo Alatri, a cura di V. I. Comparato, E. Di Rienzo,
S.
Grassi, Napoli, 1991, pp. 83-100. Sul ‘rigore’ di Fraggianni contro il
Parere
di Molinari an­
drebbero consultati documenti archivistici forse non ancora utilizzati, vedi
BIBLIOTECA DEL­
LA S
ocietà
napoletana
DI S
toria
patria
,
XX. B. 12,
Consulta n. 19 del 1752,
e ASN,
Ec­
clesiastico, Espedienti di Consiglio,
fase. 706,18 gennaio 1753: il re ordina al Fraggianni di se­
questrare il
Parere.
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