A PROPOSITO DI UN TEOLOGO E GIURISTA DEL SETTECENTO
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rono ad opera di diversi studiosi, quali Filippo Anastasio, Ignazio Vitaglia-
ni, Giuseppe Sanfelice, G. Antonio Bianchi, Placido Troyli, G. Andrea Tria,
Giandonato Rogadeo, Ottavio. M. Clarizia39. Tutti condannavano il regali
smo giannoniano in quanto grave attentato all’autonomia della potestà spi
rituale, ma anche temporale, della Chiesa. A differenza delle altre due ana
lisi critiche coeve40, quelle determinanti il decreto di scomunica ed elabo
rate da Domingo Perez e da Matteo a Pareta (negli stessi mesi di giugno-
luglio del 1723 e anche esse inedite) la ‘scomunica’ di Tomo fu e resta, per
Pacia, la più efficace sia per il «metodo di annotare i passi più importanti
meritevoli di censura» (riuniti poi in 121
Proposizioni),
sia perché il teolo
go
« è
ordinariamente sereno e moderato nei suoi giudizi». Infatti, «non
esprimerà un giudizio del tutto negativo» a proposito delle «novità» o «mo
derne scoperte» sostenute da Giannone e solo «qualche volta fa eccezione
perché provocato dall’audacia dell’autore»; «ma solamente reagirà con
energia a quanto Giannone scrive in merito ai giovani»41. Tomo, infatti,
contro
l’istoria civile
«sosteneva l’inopportunità di presentare loro, impre
parati come sono, tali novità che purtroppo erano di grande danno per la
loro fede cristiana». Giannone, inoltre, appare al teologo lontano dallo spi
rito fortemente polemico e ricco di pregiudizi che muovono l’animo e la
mente di tutti gli altri critici dell
'Istoria.
Pacia segnala anche, con evidente
condivisione, l’assoluto e imparziale scrupolo filologico, prevalente su ogni
altro criterio di valutazione, nonché « l’onestà intellettuale» emergente dal
netto e sicuro convincimento del revisore che, nonostante gli «errori» di
Giannone, autorevolmente afferma «ipsum enim vere catholicum existi
mamus». Anche Giannone, come ogni sincero cattolico, può errare; e l’er
rore va segnalato, discusso, e poi corretto: non va usato per considerare l’er
rante fuori dalla Chiesa, specie se si tratta di errori di documentazione sto
rica, sia pure suscitati «da rancore o da odio». Se
è
vero che « l’errante», di
cui Torno nella breve esperienza forense può anche aver verificato diretta-
mente la sincera religiosità,
è
«avidissimo di favole», identifica la Chiesa con
il «totato» di Sarpi, si serve di autori eterodossi, Dupin, Voss, Bodin, Mon
taigne ed altri, commette delle inesattezze di documentazione o di inter
pretazione,
è
altresì certo che
non è eretico anche separticolarmente perico-
39 Per una valutazione di queste opere vedi G.
RICUPERATI,
L‘esperienza civile...,
cit.,
pas
sim-,
R. AjELLO,
Cartesianesimo e cultura oltremontana..., passim.
40 Per l’analisi di alcune di queste scritture antigiannoniane conservate presso l’Archivio
Segreto Vaticano e ritrovate recentemente, vedi G.
R
icuperati
,
Non Swedenborg, ma Gian
none. Sulla scoperta di un autografo parziale del «Triregno» nell’Archivio dell’inquisizione,
in
«Rivista Storica italiana» CXII (2000) 1, pp. 77-137.
41 Cfr.
P
a c ia
,
op. cit.,
pp. 28-29,171.