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ANTONIO GISONDI
di quanto insinua la «scienza del secolo e la sfrenata filosofia sparsa da
gente perversa di animo irriverente e falso»46. In essa egli include il «sa
cerdote de Ligorio» che diffonde e difende «la teologia e la morale las
sa del Busembaum». Il Sovrano, per diritto «nativo», è «capace» di con
ferire non solo i benefici temporali ecclesiastici, ma anche quelli con «cu
ra d ’anime» che, invece, secondo Roma, hanno bisogno dell’installazio
ne e approvazione canonica dell’Ordinario. E tali sono anzitutto le Chie
se di regia fondazione, di Altamura, Bagnara, Sgurgola, il Priorato di Ba
ri e la Cappella Palatina di Palermo.
L’altro giannoniano, Cubani - superate con sofferenza le già note ri
duzioni regalistiche della sua nomina a
Prelato
regio di Altamura - al
contrario, da Arcivescovo di Palermo, ritiene che quella dottrina «sa
rebbe una bella cosa e non mai veduta né tampoco intesa se non dei re
di Gerosolima del Vecchio Testamento che nel medesimo tempo erano
re e Sommi Sacerdoti e negli Imperatori romani gentili che erano tali e
pontefici massimi. Questo farebbero gli eretici e specialmente gli ingle
si che riguardono il Re come capo della loro Chiesa ed in esso congiun
ti il Sacerdozio e l ’imperio. [ ...] » . Per cui conclude, preoccupato e vigi
le, «supplico di perdonare questa uscita purché siano conservati li giu
sti confini tra il Sacerdozio e l ’imperio»47.
46 Cfr. ASN,
Espedienti,
fase. 803, ine. Ili,
Consulta di Fraggianni sul Catechismo delMe-
senguj.
47 Non è questa la sede per segnalare l’importante letteratura che ha affrontato ampia
mente questo dibattito interno al giannonismo: è sufficiente qui richiamare l’indagine speci
fica su Fraggianni di F. Dì
D
on ato
,
Esperienza e ideologia ministeriale nella crisi dell’Ancien
Regime. Niccolò Fraggianni tra diritto, istituzioni epolitica (1725-1763),
2 voli., Napoli, 1996,
che dedica al
Giannonismo senza Giannone
la parte II del voi. II, pp. 907-968, ma non af
fronta questo confronto-scontro interno alle divergenti letture e uso dell
'Istoria,
che vede in
Fraggianni un suo protagonista primario. Per la lettura riformatrice-religiosa del giannonismo
data e praticata da Cusani così come emerge dalla sua attività pastorale, politica e di giurista,
si può vedere il citato saggio
Verità, ragione e prassi
dello scrivente, che ne sta completando
l’approfondimento attraverso documentazionemanoscritta inedita. La complessa vicenda del
la prelatura
nullius
di Altamura, «la gemma più preziosa della corona» (Fraggianni), vero e
proprio
topos
della dottrina teologico-giuridica e politica del giurisdizionalismo napoletano
sin dalla sua fondazione federiciana nel 1234, impegnò i migliori giuristi (da De Ponte a Del
Migliore, da Argento, Dupin, Fleury, Caruso, Pantò, a Giannone, a Fraggianni), ed era anco
ra aperta e viva all’avvento dello Stato nazionale unitario tanto da essere richiamata da P. S.
Mancini nel Parlamento italiano come esempio di confusione tra quei «giusti confini». Per la
documentazione della tematica qui affrontata vedi, ASN,
Fascio Farnesiano,
2027,
Relazione
di Galiani al Re,
del 2 marzo 1746;
ibid.,
27 dicembre 1748,
Relazione di Cusani al Re; ibid.,
27 luglio 1751,
Relazione di Fraggianni al Re.
Per la dottrina dei «giusti confini tra sacerdo
zio e Imperio» sostenuta da Cusani e vincolanti anche la dottrina del re «persona sacra», ve
di ASN,
Ministero dell’ecclesiastico, Espedienti di Consiglio,
fase. 731, ine. II, 2-10 febbraio
1756,
Lettera di Cusani al Re.