A PROPOSITO DI UN TEOLOGO E GIURISTA DEL SETTECENTO
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essa il sovrano, «persona sacra», ha il
munus
di «vescovo generale ester
no o di polizia ecclesiastica». Il giannoniano Fraggianni ritiene ora che
contro quel lassismo il sovrano debba esercitare, attraverso il
regio exe
quatur,
con rinnovata attenzione e rigore, quella sua
potestas
anche
in sa
cris,
tra l ’altro mai negata o delegata e, nel Regno di Napoli, arricchita,
come si sa, di particolari ed «eccezionali prerogative»57.
L’altro giannoniano, Cusani, «rischiaratore dei canoni e delle primi
tive leggi della Chiesa», come dice Alfonso Airoldi58, proprio in base al
lo studio storico-critico dell’antica costituzione e disciplina della Chiesa
dei primi tre secoli ripreso e proseguito sulla scia di Giannone, ricono
sce e difende, altresì, la sacra funzione ispettiva del sovrano sulla Chie
sa, lo
jus circa sacra.
Ma, sulla scorta della stessa
ragione
storico-critica
non trova, però, né in quell’antica disciplina, né nell
'Istoria,
la
razionale
legittimazione di quella
regalis potestas
dello
jus in sacris
fino ad «esor
bitare dai giusti confini tra Sacerdozio e Imperio», ambedue, invece,
«dona Dei»59.
La necessità di contrastare quel lassismo teologico e morale, diffuso or
mai sotto varie forme, aveva spinto Galiani - morto nel 1753 e, quindi, in
tempo per constatare direttamente la ripresa regalistica della dialettica tra
Curia, napoletana e romana, e Regno - ad individuare nel 1746 proprio
in questa lettura cusaniana di Giannone la dottrina teologico-giuridica e
religiosa più idonea a guidare con sicurezza ed esemplarità la ‘più prezio
sa gemma della corona’, che è appunto la prelatura regia di Altamura. E
quelle stesse considerazioni lo avevano spinto, nel 1752, a preferire Cu
sani, proprio rispetto ad Alfonso, per l’arcivescovado di Otranto.
La grave e antica piaga del lassismo, nascente dai ‘barbarismi’ e dal
probabilismo teologico, ora diffuso pericolosamente anche dalla teolo
gia e dalla pastorale alfonsiana ‘benigna’, si combatte quindi, per Torno,
con l’ausilio della
ratio
tomistica, per Galiani e per Cusani, come in par
te poi per Genovesi, col ‘rischiaramento’ storico-critico della antica di
sciplina ecclesiastica e della
Ratio
eterna del
Corpus Juris,
con la diffu
sione della ‘sana’ dottrina, anzitutto agostiniana, con la pratica raziona
57 Per questo giudizio, del 4 giugno 1761, sul probabilismo di Alfonso, vedi, N.
FRAG
GIANNI,
Relazione alpadre N. N. sul Catechismo delMesenguy,
in ASN,
Farnesiano,
fase. 1456.
Sulla sua definizione dell’assolutezza del potere del Sovrano, vedi
Pro Rege Pupillo,
in
Segre
teria dell’Ecclesiastico, Espedienti,
fase. 803, ine. Ili, f. 2.
58 A. AlROLDI,
Orazione a nome dell’Accademia palermitana del Buon Gusto nel ricevere
Mons. Are. di Palermo M. Cusani nel 1754,
Palermo, 1754; M.
CONTINISIO,
Lodifunebri del-
l’ecc. rev. Mons. D. M. P. Cusani raccolte in Altamura,
Altamura [1766].
59 M. P.
CUSANI,
Institutiones Juris Ecclesiastici,
liber III, tit. I,
De jurisdictione,
mano
scritto in quattro libri conservato ad Altamura presso l’Archivio-Biblioteca-Museo Civico.