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ANTONIO GISONDI
le e cristiana dei
lumi
per la promozione di un sapere utile a tutti gli uo­
mini. Così aveva insegnato Giannone, attenuando la radicalizzazione del­
la dimensione regalistica, pure presente nella sua
Istoria,
che, tuttavia,
conduce alla grave confusione tra quei ‘giusti confini’.
In questo senso, si conferma, quindi, che la tensione religiosa since­
ra e rinnovatrice del
YIstoria,
e la sua possibile ‘ortodossia’, scalfita sol­
tanto dagli ‘errori di documentazione’, accomunano in qualche modo
Galiani, Cusani e Genovesi con Torno.
Cusani, inoltre, avvia questo programma riformatore illuminato, ci­
vile e religioso, con la riforma degli studi teologici, col restaurare l ’anti­
ca disciplina nel clero, ma anche con la istituzione di quella pubblica
Università degli Studi che farà di Altamura P‘appula Atene’. E ben pri­
ma che Genovesi, per qualche tempo già suo allievo poi segnalato a Ga­
liani, compisse lo ‘sbalzo’ di cattedra, da ‘metafisico’ a ‘mercatante’, se
di ‘sbalzo’ si tratti, e non, invece, di sviluppo logico-critico del suo per­
corso intellettuale.
In questo contesto, se si considera la polivalenza del ‘giannonismo’
da un lato, e la natura polisemica dei
lumi
dall’altro60- accertata questa
da indagini che hanno ormai dissolto la rigida dicotomia
lumières-anti-
lumières -,
il probabilismo teologico-giuridico e morale alfonsiano può
essere letto anche con una diversa chiave: come uno dei tentativi più fe­
condi realizzati dalla cultura cattolica, non solo napoletana, per con­
frontarsi, contrastandole, con talune pericolose ed impellenti esigenze
critiche poste dalla stessa
ragione esperimentale
e dai
lumi.
Tentativo,
quindi, che al di là della funzione storico-politica di disciplinamento pe-
dagogico-religioso della plebe in senso antirazionalista, e poi antigiaco­
bino, assegnatogli dalla Corte, si mostra consapevole ricerca di un di­
verso percorso della ragione. E tali si rivelano anche i suoi ‘silenzi’ su Vi­
co e su Giannone che lo differenziano dal ‘maestro’.
Il percorso alfonsiano appare perciò alternativo, e consapevole vo­
lontà di superamento della sincera ma contraddittoria tensione religiosa
giannoniana, stimolata anche da istanze ‘cartesiane’, quale via di rinno­
vamento della cultura e della prassi cristiana e cattolica. La valenza cri­
tica dei lumi ha già dissolto, infatti, ogni forma di fondamento assoluto
della
Ratio,
sia di quella tomistica che regalistica e giusnaturalistica. An­
zi la
critique
dei
lumi
ormai sostiene l’improponibilità dell’antica disci­
plina ecclesiastica, invocata dalla religiosità giannoniana. Ora, alla metà
del secolo ‘illuminato’, la
raison
critica, inoltre, attacca direttamente la
60
Per queste valutazioni vedi
G . GlARRIZZO,
Illuminismo e religione,
cit.; cfr.
Hlllumini-
smo. Dizionario storico,
a cura di
V.
Ferrone e D. Roche, Roma-Bari, 1997;
LlSSA,
op. cit.
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