PRIMO COMMENTO CRITICO DEI LAVORI
SU VICO NELLA CULTURA BRASILIANA
La storiografia contemporanea, tanto in Europa quanto nei paesi an
glosassoni, ha inteso definire Vico ora come l’autentico rappresentante
dell’umanesimo, ora come il precursore dell’idealismo moderno e del
l’affermazione delle scienze umane. Se in Brasile questo quadro non
è
molto differente, pur con tempi estremamente più lenti, l’accento
è
sta
to a lungo posto su Vico quale voce solitaria nel suo tempo in opposi
zione al cartesianesimo e, in forza di questo, legittimo difensore del pen
siero conservatore della Chiesa.
Negli ultimi anni tuttavia un nuovo corso di studi brasiliani guarda a
Vico come pensatore pienamente partecipe della modernità, autentico
rappresentante della filosofia del Seicento e Settecento, e la cui propo
sta, nella
Scienza nuova
, concentra la sua attenzione verso le scienze uma
ne avvalendosi dei progressi della filosofia razionalista del secolo ante
riore. Come disse Ernst Cassirer, «i pensatori del secolo XVIII sono di
fatto i pionieri del pensiero storico»1nonostante Vico sia stato spesso di
menticato.
Questa ‘dimenticanza’ - che sfiora il ‘misconoscimento’ -
è,
d’altra
parte, stimolante, soprattutto nell’analisi degli storici. Nel Fondo della
«Biblioteca Sérgio Buarque de Holanda»2 esistono diciannove volumi
relativi a Vico: delle sue opere troviamo l’edizione della
Scienza nuova
1744 curata da Nicolini nel 1953 e la riedizione della famosa traduzione
francese di Michelet3. Gli altri volumi sono invece di grande importan
za per l ’interpretazione dell’opera di Vico. Fanno parte di questo reper
torio i principali protagonisti della critica vichiana della prima metà del
novecento, da Nicolini a Croce, da Paci ad Amerio, da Fubini a Corsa-
1 E.
CASSIRER,
Ensaio sobre o homem,
Sào Paulo,
1994, p. 312.
2 Si tratta della biblioteca privata dello storico brasiliano Sérgio Buarque de Holanda
(1902-1982), che oggi si trova nella Biblioteca Centrale della Universidade Estadual de Cam-
pinas.
3 Stiamo parlando della traduzione parziale della
Scienza nuova
del 1744, il cui titolo fu
alterato da Michelet, che lo rese con
Principes de la philosophie de l’histoire.