VICO IN CINA E LA CINA IN VICO
I
due temi, Vico in Cina e la Cina e in Vico, sembrano apparente­
mente due questioni incommensurabili; in realtà proprio dalla loro trat­
tazione, diremmo così, in parallelo, è possibile a nostro avviso rintrac­
ciare elementi utili ad una comprensione del ruolo svolto dalla Cina nel
pensiero di Vico e, d’altra parte, della inusuale conoscenza del pensiero
vichiano nella Cina continentale e a Taiwan a partire dai primi decenni
del secolo scorso. Lungi dall’essere mio intento approfondire tematiche
squisitamente vichiane, mi riterrei soddisfatto se riuscissi a fornire al let­
tore un quadro il più possibile esaustivo dei motivi cinesi in Vico e di
quelli vichiani nello sviluppo del pensiero storico e filosofico cinese.
1.
La Cina in Vico: la lingua e la storia.
Fra le varie caratteristiche ci­
nesi contro cui Vico appunta le sue critiche, volte a screditare quanti, fra
Sei e Settecento, avevano visto nella Cina una nazione antichissima, do­
tata di una scrittura pre-babelica, faro di civiltà e modello di condotta
morale, desidero qui di seguito sottolinearne due, particolarmente utili
per il prosieguo della trattazione: il problema dell’antichità della scrit­
tura e della lingua cinese, e la questione della cronologia biblica, minac­
ciata in quegli anni, a giudizio di Vico, non solo dalla trattatistica liber­
tina e atea, ma addirittura dalle opere dei missionari gesuiti stessi.
La prima questione che sorge spontanea è che cosa avesse a disposi­
zione Vico per conoscere la Cina a cavallo fra Sei e il Settecento. Quali
erano le conoscenze sulla Cina, allora disponibili ai letterati europei? Ol­
tre un secolo era trascorso da quando erano iniziate a giungere in Euro­
pa le prime notizie di prima mano, provenenti dai colti gesuiti stabilitisi
alla corte degli imperatori cinesi; durante il Seicento erano state pubbli­
cate molte opere dedicate alla presentazione della Cina, dei suoi filoso­
fi, ed in particolare della sua lingua e della sua storia.
La ‘scoperta’ della lingua cinese, come in generale la scoperta della
pluralità delle lingue usate da quei popoli di cui gli europei avevano ap­
pena conosciuto l’esistenza, aveva innescato un intricato dibattito, volto
a conciliare la pluralità di idiomi con quanto riportato nella Genesi, se­
condo cui prima della costruzione della torre: «Tutta la terra aveva una
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