VICO IN CINA E LA CINA IN VICO
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La descrizione che fornisce qui Vico, sembra quindi sostanzialmente
‘neutrale’, sia per quanto riguarda l’antichità dei cinesi, sia per quanto
attiene alla loro scrittura: sarà solo in una fase successiva dello sviluppo
del pensiero del filosofo, che la Cina diventerà modello di falsa antichità
e, per questo, fornito di una scrittura non antica come quella egizia ma
neanche evoluta come quella alfabetica. Infatti nella
Scienza Nuova
Vico
distingue «Tre spezie di caratteri», le scritture geroglifiche, eroiche ed
alfabetiche, considerando quella cinese tipico esempio della scrittura per
geroglifici. Ma, in verità, non è la sua scrittura ad attirare l’interesse di
Vico per il cinese, bensì la natura monosillabica della lingua cinese par
lata o, meglio ancora, il nesso fra una scrittura di tale complessità ed una
lingua articolata ‘volgare’, composta di solo poche centinaia di sillabe.
Dopo oltre un secolo, durante il quale missionari e sapienti gesuiti si
erano affannati a celebrare la scrittura cinese come modello di ‘scrittura
delle idee’, Vico invece si interessa della natura monosillabica della lin
gua cinese parlata. Vico, sostenitore dell’origine naturale della lingue ar
ticolate, oppositore delle teorie cartesiane convenzionaliste, vede in que
sta essenzialità fonologica una traccia di uno stadio primordiale dell’e
voluzione linguistica dell’uomo. Lo stato primordiale della lingua cine
se diviene compatibile con la cronologia vichiana, pertanto quella lin
gua, associata alla fase della scrittura ‘ideografica’, gli consente di scon
fessare la supposta «mostruosa antichità» dei cinesi.
Infatti le due questioni sono strettamente connesse nella
Scienza nuova-.
I
chinesi [...] scrivono co’ geroglifici: onde si pruova la loro origine non
essere più che di quattromila anni, la quale si conferma da ciò: che, perché
essi sino a pochi secoli addietro furono sempre chiusi a tutte le nazioni stra
niere, non hanno più di trecento voci articolate, con le quali, variamente ar
ticolandole, essi si spiegano (che è una dimostrazione del lungo tempo e del
la molta difficoltà che vi volle per fornirsi di favelle articolate le nazioni: la
qual cosa appresso ragionerassi più ampiamente); - co’ geroglifici in questi
ultimi tempi de’ viaggiatori si sono osservati scrivere gli americani [...]4.
[...] e i chinesi, che non hanno più che trecento voci articolate, che, va
riamente modificando, e nel suono e nel tempo, corrispondono, con la lin
gua volgare, a’ loro cenventimila geroglifici, parlan essi cantando5.
[...] così di cenventimila caratteri geroglifici, che, per esemplo, usano fin
oggi i chinesi, ne fecero poche lettere, alle quali, come generi, si riducono le
4 Id.,
La Scienza nuova Prima,
Bari, 1931, p. 69.
5 Id.,
Principi di scienza nuova
(1744), in Id.,
Opere,
a cura di A. Battistini, Milano, 1990,
p. 623.