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RECENSIONI
nità -
si instaura attraverso la prassi che produce l ’
humanarsi
degli erranti be­
stioni tramite l’istituzione delle
sepolture
e dei
concubiti leciti.
Vi sono molte­
plici Giovi. Ogni civiltà all’origine ne ha avuto uno tutto suo, dai caratteri ben
concreti,
differenti
,
certi.
Anche le forme che le
sepolture
e i
matrimoni
hanno
assunto nel corso delle nazioni sono molteplici. Ciò che le molteplici vicende
certe e differenti
di cui il corso delle nazioni ci fornisce testimonianza (il mate­
riale su cui la
Scienza nuova
riflette) hanno in comune è l’
ordine
che ne caratte­
rizza il cammino. Tale ordine è per Cacciatore sintetizzabile con i termini di
poe­
sia
e
storia -
due termini pensati non in opposizione ma in un intreccio indis­
solubile. Sono infatti la sensibile creatività poetico-ingegnosa dei grandi corpi
dei bestioni erranti nella selva e l’acquisita capacità di tali corpi, nei quali la men­
te è tutta
rintuzzata,
di
ricordare
e
narrarefantasticando
quella paura, a far na­
scere
l’ordine comune
attraverso il racconto.
Continuità
per i sensibili bestioni
divenuti figlioli della terra non più erranti (
sepolture
e
matrimoni
) e
narrazione
costitutiva di tale continuità ricordata (Giove è la prima storia
humana,
narra­
ta dalla
fantasia
e ricordata a causa della
paura
che permette 0 costituirsi del
tempo), questo è ciò che caratterizza
comunemente
il corso delle nazioni,
ordi­
ne
e
differenza
ad un tempo e indissolubilmente. Conviene su questo punto ci­
tare ancora le parole di Cacciatore: «[...] la teoria degli universali fantastici non
mette capo solo ad una filosofia della ragione fantastica, ma anche ad una filo­
sofia del linguaggio fantastico. Ed ambedue concorrono - nel grande disegno
vichiano della nuova scienza - alla fondazione di un metodo e di una teoria che
non si applicano dall’esterno, come schemi conoscitivi o come strutture con­
cettuali predefinite, al mondo reale, ma nascono e restano sul terreno della in­
finita ed irriducibile molteplicità dell’empiria»
(Vico: narrazionefantastica e nar­
razione storica,
cit., p. 133).
La questione della ricerca, dopo la metafisica, di un nuovo modello di ra­
zionalità e normatività nella scienza e nella politica, nell’etica e nella storia - que­
stione come si è detto al centro dell’interesse filosofico di Cacciatore ma anche,
va aggiunto, di una larga parte della filosofia tardo novecentesca - trova in tale
concetto di narrazione poetica e storica, in una intuizione vichiana dunque, una
delle possibili risposte. L’
ordine -
ragione e norma - è visto nascere nella più
profonda e insanabile
differenza
dall’individualità ir-relata degli erranti e cor­
pulenti bestioni la cui fantasia poetica si pone all’origine di una regola che de­
ve per Vico metterli in relazione prima ad un tempo con se stessi e fra loro
(ma­
trimoni
e
sepolture)
e poi con le cose trovate (la
selva)
che così divengono un
mondo per loro. È un ordine che
provvede
a collegare - utilizzando una fanta­
sia che è anche memoria - ciò che è separato e che, collegando concretamente
ciò che era prima ir-relato, produce
comunità.
Anche la misura del valore del­
l’ordine della
comunità,
un ordine che, lo ripetiamo, non giunge dall’esterno ma
al quale l’attivarsi della fantasia poetica rammemorante
provvede,
un ordine per
questo sempre concreto e differente, non può più, dunque, essere trovata fuo­
ri dal
facere
creativo che ha prodotto 1’
humano,
nella
fisica
o nella
metafisica.
È
piuttosto nella capacità di divenire
senso
comune dell’ordine della comunità,
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