292
RECENSIONI
nità -
si instaura attraverso la prassi che produce l ’
humanarsi
degli erranti be
stioni tramite l’istituzione delle
sepolture
e dei
concubiti leciti.
Vi sono molte
plici Giovi. Ogni civiltà all’origine ne ha avuto uno tutto suo, dai caratteri ben
concreti,
differenti
,
certi.
Anche le forme che le
sepolture
e i
matrimoni
hanno
assunto nel corso delle nazioni sono molteplici. Ciò che le molteplici vicende
certe e differenti
di cui il corso delle nazioni ci fornisce testimonianza (il mate
riale su cui la
Scienza nuova
riflette) hanno in comune è l’
ordine
che ne caratte
rizza il cammino. Tale ordine è per Cacciatore sintetizzabile con i termini di
poe
sia
e
storia -
due termini pensati non in opposizione ma in un intreccio indis
solubile. Sono infatti la sensibile creatività poetico-ingegnosa dei grandi corpi
dei bestioni erranti nella selva e l’acquisita capacità di tali corpi, nei quali la men
te è tutta
rintuzzata,
di
ricordare
e
narrarefantasticando
quella paura, a far na
scere
l’ordine comune
attraverso il racconto.
Continuità
per i sensibili bestioni
divenuti figlioli della terra non più erranti (
sepolture
e
matrimoni
) e
narrazione
costitutiva di tale continuità ricordata (Giove è la prima storia
humana,
narra
ta dalla
fantasia
e ricordata a causa della
paura
che permette 0 costituirsi del
tempo), questo è ciò che caratterizza
comunemente
il corso delle nazioni,
ordi
ne
e
differenza
ad un tempo e indissolubilmente. Conviene su questo punto ci
tare ancora le parole di Cacciatore: «[...] la teoria degli universali fantastici non
mette capo solo ad una filosofia della ragione fantastica, ma anche ad una filo
sofia del linguaggio fantastico. Ed ambedue concorrono - nel grande disegno
vichiano della nuova scienza - alla fondazione di un metodo e di una teoria che
non si applicano dall’esterno, come schemi conoscitivi o come strutture con
cettuali predefinite, al mondo reale, ma nascono e restano sul terreno della in
finita ed irriducibile molteplicità dell’empiria»
(Vico: narrazionefantastica e nar
razione storica,
cit., p. 133).
La questione della ricerca, dopo la metafisica, di un nuovo modello di ra
zionalità e normatività nella scienza e nella politica, nell’etica e nella storia - que
stione come si è detto al centro dell’interesse filosofico di Cacciatore ma anche,
va aggiunto, di una larga parte della filosofia tardo novecentesca - trova in tale
concetto di narrazione poetica e storica, in una intuizione vichiana dunque, una
delle possibili risposte. L’
ordine -
ragione e norma - è visto nascere nella più
profonda e insanabile
differenza
dall’individualità ir-relata degli erranti e cor
pulenti bestioni la cui fantasia poetica si pone all’origine di una regola che de
ve per Vico metterli in relazione prima ad un tempo con se stessi e fra loro
(ma
trimoni
e
sepolture)
e poi con le cose trovate (la
selva)
che così divengono un
mondo per loro. È un ordine che
provvede
a collegare - utilizzando una fanta
sia che è anche memoria - ciò che è separato e che, collegando concretamente
ciò che era prima ir-relato, produce
comunità.
Anche la misura del valore del
l’ordine della
comunità,
un ordine che, lo ripetiamo, non giunge dall’esterno ma
al quale l’attivarsi della fantasia poetica rammemorante
provvede,
un ordine per
questo sempre concreto e differente, non può più, dunque, essere trovata fuo
ri dal
facere
creativo che ha prodotto 1’
humano,
nella
fisica
o nella
metafisica.
È
piuttosto nella capacità di divenire
senso
comune dell’ordine della comunità,