RECENSIONI
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chiana della romanità con il suo Diritto, nei confronti di
quella
grecità, «vient dé-
mentir l’image d’un humanisme réduit au subjectivisme ou au rationalisme», e la
lingua stessa di Roma «véhicule une métaphysique qui n’est pas celle de la raison
grecque et dont l’énigme irrésolue haute les fondements de notre culture» (p. 103).
D’altra parte, il riferimento a Vico è testuale, in quanto nella
Scienza nuova
trovia­
mo pagine importanti sul ruolo che l’ermetismo alessandrino ha avuto nell’affer­
mazione di un intellettualismo colpevole artefice della «boria dei dotti» e della «bo­
ria della nazioni». La metafisica vichiana recepisce invece il fondamento selvaggio
dell’ umanità, le cui regole vanno cercate appunto nella natura ‘poetica’ dell’uo­
mo; in questo senso è suggestiva l’immagine che ci offre Pinchard, per cui «mal-
gré son quartier des colones alexandrins et sa statue du Nil, Naples revendique
d’autres profondeurs que celles de sa rivale orientale»
(ivi).
Punto di virtuale convergenza tra Vico e Nietzsche, così lontani nel tempo
e nello spirito, è dunque proprio l’esigenza di restaurare le origini della natura
umana contro il
topos
dell’illusione alessandrina; ed è per questo che le età vi­
chiane sono da leggere nella loro progressiva integrazione, per cui l’uomo «vit
plusieurs àges en mème temps, au moins une modernité et une antiquité» (p.
104). In Vico, tuttavia, vi è l’esigenza indefettibile di recuperare lo stesso sape­
re alessandrino, «après en avoir disqualifié les prétentions ontologiques [...].
Ce rétournement herméneutique est absent chez Nietzsche et fait la spécificité
de la lecture par Vico des signes de la culture» (p. 109). In questo senso, l’ales­
sandrinismo «cesse alors d’ ètre le canon d’ un classicime suspect, pour devenir
un témoinage éminent sur les possibilités de l’esprit» (p. 109).
A conclusione di questa breve lettura del volume, è inevitabile un’osserva­
zione sull’eccessivo slittamento con cui ci vengono proposti i contributi di un
convegno svoltosi ben otto anni prima della pubblicazione dei suoi Atti. Il pos­
sibile ripensamento di un autore, le nuove pubblicazioni nel frattempo appar­
se, come nel caso dell’ Edizione Critica delle Opere di Vico, rendono indi­
spensabile tempi più stretti; anche per non vanificare sforzi come quello di An-
ne-Sophie Menasseyre, curatrice di una
Bibliographie vichienne en langue
frangaise
(pp. 111-120) tanto accurata quanto superata dal tempo e dall’incre­
mento delle pubblicazioni relative a Vico.
A
lessandro
S
tile
PAOLO F
abiani
,
La filosofia dell’immaginazione in Vico e Malebranche,
Fi­
renze, Firenze University
P ,
2002, pp.
368.
Nell’ambito degli studi vichiani si è sempre più consolidata, nel corso del
XX secolo, una linea interpretativa volta a mettere in luce e indagare i rappor­
ti esistenti o possibili tra Vico e Malebranche, identificando le componenti del
pensiero malebranchiano - non solo alcuni nuclei ben noti di questa filosofia
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