RECENSIONI
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società umana è la risultante del combinarsi della componente spirituale e soprat
tutto di quella corporea della natura umana, il corpo sociale - espressione, questa,
non eterodossa nemmeno al pensiero e alla terminologia malebranchiani, se
LaRe
cherche de la vérité
sostiene che gli uomini sono fatti per costituire insieme molti
corpi - si stabilizza non tanto sulla base della ragione, quanto piuttosto sulle pas
sioni e sull’immaginazione, sull’amor proprio e sulla tendenza a primeggiare. Mes
sa fuori gioco la possibilità di una comunità fondata sulla ragione e improntata al
la carità cristiana, l’amor proprio riveste una funzione fondamentale nella conser
vazione della società giacché è l’amor proprio a generare le forti immaginazioni e
il loro contagio, vale a dire il loro comunicarsi da un individuo ad altri: esso, dun
que, assieme all’imitazione - di cui il linguaggio è un prodotto -, costituisce quel
collante che tende ad omologare gli uomini tra loro standardizzandone i sentimenti
e le passioni e rendendo possibile, pertanto, l’equilibrio delle relazioni umane.
Nel concludere questo studio, costruito attraverso citazioni, analisi, com
menti di numerosi brani tratti da opere vichiane e malebranchiane - quanto al-
l’Oratoriano, essenzialmente
La Recherchede la vérité
- , messi costantemente e
sistematicamente a confronto, l’A. traccia i confini entro i quali può reggere un
lavoro che rintraccia un parallelismo e una filiazione tra i due pensatori. Rispetto
a Malebranche, in Vico è presente una ben chiara linea di demarcazione tra an
tropologia e storia da un lato e teologia dall’altro. Se nel primo, come è noto,
l’antropologia e la critica al pensiero pagano sono ancora legati all’interesse re
ligioso, che resta quello principale nella sua Opera, nel secondo esse si fondo
no con la storia. Pertanto, se Malebranche è giunto tutt’al più a costruire una
nuova psicologia e forse una nuova concezione teologica, Vico, invece, può ri
vendicare con pieno diritto di aver fondato una nuova scienza, sicché, come l’an
tropologia dell’Oratoriano può definirsi sincronica, così quella del Napoletano
può dirsi a ragione diacronica, proprio nella misura in cui tende a costituirsi co
me scienza autonoma - il cui punto di partenza è ciò che l’uomo ha prodotto e
non ciò che Dio ha creato - e sbocca in una nuova concezione della storia.
R
affaele
C
arbone
D
avide
L
uglio
,
LaSciencenouvelle ou l’extase de l’ordre. Connaissance, rhé-
torique et science dans l’ceuvre de G. B. Vico,
Paris, Presses Universitaires de
France (Thémis - Philosophie), 2003, pp. 213.
Con l’intento dichiarato di sfuggire all’alternativa tra un’unilaterale com
prensione di Vico come
metafisico
della storia e una non meno unilaterale ac
centuazione del Vico
retorico
e umanista come critico della modernità - alter
nativa nella quale «sembra ogni volta poter essere sacrificato un intero versan
te degli interessi filosofici vichiani» (p. 2) - , la monografia di Davide Luglio ra
dica con decisione Vico nell’ «epoca in cui metafisica e retorica stringono, a di
versi livelli, un’alleanza fino ad allora inedita [...], ossia l’età della ‘Riforma cat-