RECENSIONI
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stata la presenza nella grande opera vichiana: la
certificazione
del
vero
per mez
zo della filologia, cioè della storia? E non è ancora il protagonismo della filolo-
gia-storia nel pensiero vichiano, che si annuncia in quel passo in cui Vanzulli,
risolvendo con perspicua, (e perché no) crociana rapidità e nettezza il confron
to fra Vico e Hegel, scrive: «Mentre il pensatore napoletano
storicizza
la filoso
fia, il filosofo di Stoccarda logicizza la storia»? (p. 104 - corsivo mio).
R
osario
D
iana
N
ancy
DU
B
ois
M
arcus
,
Vico and Plato,
Peter Lang, New York,
2001, pp.
XIII-261;
R
obert
C. M
iner
,
Vico. Genealogist ofModernity,
University o f Notre
Dame P , Notre Dame (IN),
2002, pp. XVI-364;
S
andra
RUDNICK
L
uft
,
Vico’s
UncannyHumanism. Readingthè
New Science
hetweenModernandPost-Modem,
Cornell University P , Ithaca and London,
2003, pp. XVIII-213;
D
onald
P
h
. V
e
-
RENE,
Knowledge of Things Human and Divine. Vico’s
New Science
and
Finne-
gans Wake, Yale University P., New Haven and London,
2003, pp. XIV-264.
Le quattro recenti opere in lingua inglese che qui esaminiamo sono acco
munate dall’intento dei loro autori di leggere i pensatori del passato in un’otti
ca fortemente legata al presente. Se lo sforzo consiste nel voler ‘attualizzare’ i
vari momenti della storia del pensiero anche presso lettori non strettamente
competenti, non si può dire che il tentativo sia sempre riuscito.
La situazione del vichiano anglofono è oggi particolarmente delicata, vuoi
per la conclusione dell’«età eroica» degli studi vichiani nel mondo anglosasso
ne, vuoi per la significatività di Vico in un contesto tardo umanistico italiano, in
genere scarsamente analizzato al di fuori dell’Italia. Negli anni ’70, quando Max
A. Fisch era impegnato nel dare un taglio filosofico all’impresa filologica delle
sue traduzioni
dell'Autobiography
e della
NewScience,
quando Berlin divulga
va ad un ampio pubblico il ruolo di Vico nella storia delle idee, e quando Ta
gliacozzo organizzava instancabilmente convegni e pubblicazioni per promuo
vere l’ambiziosa comprensione interdisciplinare delle questioni vichiane, la vi
talità degli studi vichiani in area anglosassone era tale da far notare ad Andrea
Battistini che, su certe questioni, gli stessi studiosi italiani avrebbero potuto im
parare da quegli autori.
Sotto molti punti di vista, la qualità degli odierni studi vichiani è più eleva
ta di quanto non fosse negli anni ’70.1 quattro testi che qui si recensiscono, ad
esempio, possono avvalersi di una più ampia base testuale. Oltre al
De
ratione,
al
De antiquissima,
alla
Vita
e alla
Scienza nuova
del 1744, disponiamo ora an
che delle
Orazioni inaugurali,
delle
Institutiones oratoriae,
del
Diritto universa
le
e delle versioni del 1725 e 1730 della
Scienza nuova,
opere che attestano la
continuità dell’impegno vichiano nelle scienze civili. Ma rimane da stabilire se
a una maggiore attenzione filologica corrisponda un maggiore interesse com
plessivo.