RECENSIONI
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Mariafranca Spallanzani (
‘Nihil est ventate antiquius’.Descartes egli antichi,
pp. 71-89) concentra l’attenzione sul confronto, ripetuto, di Descartes con la fi
losofia antica, e con il pensiero moderno. Confronto che muove sempre dalla
solida certezza della assoluta libertà e autonomia della filosofia cartesiana stes
sa, che si sottrae ad ogni forma di storicità, che si pone come filosofia «origina
ria o meglio ancora primaria» (p. 74), che appartiene ‘naturalmente’ alla ragio
ne umana, ad una ragione adulta liberata dei pregiudizi dell’infanzia, delle abi
tudini, della tradizione.
Il
contributo di Michele Camerata
(‘Sidera ex unis vorticihus in alios mi
grantia’.Notesulla teoria cometaria cartesiana
, pp. 91-105) chiude la sezione de
dicata al pensiero cartesiano occupandosi della teoria delle comete, teoria che
occupa un posto non marginale all’interno delle riflessioni del filosofo france
se. L’A. ne segue le diverse formulazioni e vi individua, insieme alla sostanziale
adesione alla lettura eliocentrica del cosmo, i molti aspetti originali.
Spostandoci ora nelle sezioni dedicate alla discussione del pensiero carte
siano in Europa e in Italia, entriamo in un ambito sommamente intricato ed af
fascinante. Come giustamente sottolineato da Maria Teresa Marcialis
nelVIn
troduzione
al volume, qui i percorsi si fanno tortuosi, seguono equivoci, ma
scheramenti, ribaltamenti in qualche caso, che ci restituiscono non solo infor
mazioni sulla ricezione della filosofia di Cartesio, ma soprattutto, in una pro
spettiva particolare, l’estrema ricchezza del pensiero moderno. Non sarà possi
bile, qui, rendere giustizia alla complessità degli itinerari proposti, nei quali non
mancano, peraltro, elementi di rimando dall’uno all’altro, pur nella differenza
e nella specificità delle singole indagini.
Massimiliano Savini
(‘Methodus cartesiana’ o ‘methodus vaniniana’?Fonti e
significato teorico del parallelo tra René Descartes e Giulio Cesare Vanini nel-
/Admiranda Methodus
di Martin Schoock,
pp. 109-125) ci conduce ad esami
nare da vicino motivi e modi del parallelo proposto da Voetius e Schoock, in
modo non lineare, tra il pensiero di Vanini e quello di Cartesio, parallelo a que
st’ultimo, naturalmente, del tutto sgradito. Disegnerebbero entrambi, Cartesio
e Vanini, un modello di scienza millantato come nuovo e più solido, in realtà
debole, ma, soprattutto, ingannevole e illusorio, che conduce all’ateismo pur
mostrando di volerlo combattere.
Antonella Del Prete
(Ermeneutica cartesiana: il contributo di Christoph Wit-
tich,
pp. 127-145) affronta le questioni di ermeneutica biblica aperte dal pro
blema della conciliabilità della teoria eliocentrica con le Scritture; lo fa ponen
do ‘sotto osservazione’ l’opera di Christoph Wittich, teologo calvinista, le sue
proposte di interpretazione dei testi sacri, e, attraverso queste, i modi della sua
adesione al metodo cartesiano. Individuabili, questi ultimi, soprattutto nelle al
terazioni che Wittich sottilmente introduce nella teoria tradizionale
dell’acco
modatio,
attribuendo la
cognitio vulgaris,
e i suoi limiti, non alla condizione uma
na segnata dal peccato originale, ma, cartesianamente, ai pregiudizi derivati dai
sensi e dalla condizione infantile, e conducendo così, almeno per un tratto, l’er
meneutica biblica al di fuori dell’ambito esclusivamente teologico.