322
RECENSIONI
Francesco Tomasoni (
Critica al cartesianesimo nella filosofia eclettica di Ch­
ristian Thomasius,
pp. 147-169) indaga la proposta di una filosofia ‘eclettica’ da
parte di Christian Thomasius, filosofia libera, che non si vuole asservita ad al­
cuna scuola. La condanna del pensiero cartesiano è radicale e reiterata, con­
centrata particolarmente sul valore del dubbio e sulla negazione dei sensi. Insi­
ste invece, Thomasius, a più riprese, sulla corporeità ineludibile e sul suo ruo­
lo essenziale nella definizione dell’uomo.
Giancarlo Nonnoi (
Tenacità of Bodies. Meccanicismo e attrazionismo alla
Royal Society
di Londra,
pp. 171-192) rintraccia le fila di un tema molto dibat­
tuto nel corso di tutto il pensiero moderno - quello, cioè, della resistenza dei
corpi alla separazione delle proprie parti, e conseguentemente, il concetto di so­
lidità - in un ambito ristretto ma significativo. Segue infatti la presenza, spesso
implicita, di questo tema, negli incontri di filosofia sperimentale alla Royal So­
ciety di Londra nel 1662, finendo con l’evidenziare quanto, dei diversi modi in­
terpretativi rispetto al problema, quello cartesiano, generalmente identificabile
come ‘meccanicistico’, sia il più seguito, pur se con modifiche e commistioni.
Cristina Dessi
(Le critiche diJean Riolan adHarvey sulla circolazione delsan­
gue,
pp. 193-204) assume le posizioni del medico francese Jean Riolan come em­
blematiche dell’opposizione, ampia ed accesa, alla scoperta della circolazione
del sangue da parte di Harvey. Riolan, prestigioso galenista, discusse pubblica­
mente con Harvey, e mantenne, pur se con qualche deroga, i principi galenici,
anche quella
vis pulsifica
tanto osteggiata dallo stesso Cartesio.
Tra le numerose critiche all’opera cartesiana, Claudio Buccolini
(Le critiche
di Pierre Petit allafilosofia cartesiana dopo il 1641,
pp. 205-223) esamina quelle
dell’ingegnere Pierre Petit, che ebbero larga risonanza, e sembrano aver in­
fluenzato anche le obiezioni di Mersenne alle
Meditazioni.
Le pubblicazioni di
Petit portano in non piccola parte traccia della polemica con Descartes, pole­
mica che al di là dei singoli ambiti, pure variamente affrontati, si indirizza ai fon­
damenti stessi del pensiero cartesiano, al suo metodo. Pensiero e metodo cui
l’ingegnere oppone una filosofia sperimentale e materialista, non dimentica de­
gli insegnamenti di Bacone e Galilei.
Paolo Quintili
(LapresenzadiCartesio negliscrittidifilosofia biologicadiDenis
Diderot.
Eléments de physiologie, pp. 225-242) dedica il proprio intervento agli
Eléments dephysiologie,
«sorta di testamento spirituale di Diderot» (p. 227), che
offre uno spaccato particolarmente rilevante del rapporto istituitosi, nella rifles­
sione diderotiana, tra meccanicismo cartesiano e teoria della vita. Rapporto tutt’al-
tro che conflittuale, che modifica tuttavia alcuni dati fondamentali del meccanici­
smo; lo trasferisce, innanzitutto, ai singoli organi - conducendo così ad un «mi­
cromeccanicismo» - e ne corregge il riduttivo rimando alla macchina idraulica,
fondendolo con i principi deU’organicismo e di un vitalismo spogliato di presup­
posti animistici o metafisici, ma suffragato dalle nuove conquiste sperimentali.
Venendo ora alla sezione dedicata a «Descartes in Italia», il saggio d’apertu­
ra,
Cartesio e l’Italia: un tentativo di bilancio
(pp. 245-260) di Maurizio Torrini,
1...,312,313,314,315,316,317,318,319,320,321 323,324,325,326,327,328,329,330,331,332,...402