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RECENSIONI
Francesco Tomasoni (
Critica al cartesianesimo nella filosofia eclettica di Ch
ristian Thomasius,
pp. 147-169) indaga la proposta di una filosofia ‘eclettica’ da
parte di Christian Thomasius, filosofia libera, che non si vuole asservita ad al
cuna scuola. La condanna del pensiero cartesiano è radicale e reiterata, con
centrata particolarmente sul valore del dubbio e sulla negazione dei sensi. Insi
ste invece, Thomasius, a più riprese, sulla corporeità ineludibile e sul suo ruo
lo essenziale nella definizione dell’uomo.
Giancarlo Nonnoi (
Tenacità of Bodies. Meccanicismo e attrazionismo alla
Royal Society
di Londra,
pp. 171-192) rintraccia le fila di un tema molto dibat
tuto nel corso di tutto il pensiero moderno - quello, cioè, della resistenza dei
corpi alla separazione delle proprie parti, e conseguentemente, il concetto di so
lidità - in un ambito ristretto ma significativo. Segue infatti la presenza, spesso
implicita, di questo tema, negli incontri di filosofia sperimentale alla Royal So
ciety di Londra nel 1662, finendo con l’evidenziare quanto, dei diversi modi in
terpretativi rispetto al problema, quello cartesiano, generalmente identificabile
come ‘meccanicistico’, sia il più seguito, pur se con modifiche e commistioni.
Cristina Dessi
(Le critiche diJean Riolan adHarvey sulla circolazione delsan
gue,
pp. 193-204) assume le posizioni del medico francese Jean Riolan come em
blematiche dell’opposizione, ampia ed accesa, alla scoperta della circolazione
del sangue da parte di Harvey. Riolan, prestigioso galenista, discusse pubblica
mente con Harvey, e mantenne, pur se con qualche deroga, i principi galenici,
anche quella
vis pulsifica
tanto osteggiata dallo stesso Cartesio.
Tra le numerose critiche all’opera cartesiana, Claudio Buccolini
(Le critiche
di Pierre Petit allafilosofia cartesiana dopo il 1641,
pp. 205-223) esamina quelle
dell’ingegnere Pierre Petit, che ebbero larga risonanza, e sembrano aver in
fluenzato anche le obiezioni di Mersenne alle
Meditazioni.
Le pubblicazioni di
Petit portano in non piccola parte traccia della polemica con Descartes, pole
mica che al di là dei singoli ambiti, pure variamente affrontati, si indirizza ai fon
damenti stessi del pensiero cartesiano, al suo metodo. Pensiero e metodo cui
l’ingegnere oppone una filosofia sperimentale e materialista, non dimentica de
gli insegnamenti di Bacone e Galilei.
Paolo Quintili
(LapresenzadiCartesio negliscrittidifilosofia biologicadiDenis
Diderot.
Eléments de physiologie, pp. 225-242) dedica il proprio intervento agli
Eléments dephysiologie,
«sorta di testamento spirituale di Diderot» (p. 227), che
offre uno spaccato particolarmente rilevante del rapporto istituitosi, nella rifles
sione diderotiana, tra meccanicismo cartesiano e teoria della vita. Rapporto tutt’al-
tro che conflittuale, che modifica tuttavia alcuni dati fondamentali del meccanici
smo; lo trasferisce, innanzitutto, ai singoli organi - conducendo così ad un «mi
cromeccanicismo» - e ne corregge il riduttivo rimando alla macchina idraulica,
fondendolo con i principi deU’organicismo e di un vitalismo spogliato di presup
posti animistici o metafisici, ma suffragato dalle nuove conquiste sperimentali.
Venendo ora alla sezione dedicata a «Descartes in Italia», il saggio d’apertu
ra,
Cartesio e l’Italia: un tentativo di bilancio
(pp. 245-260) di Maurizio Torrini,