RECENSIONI
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ci introduce alla storia della storiografia filosofica relativa al cartesianesimo ita­
liano; storia molto carente fino agli anni ’50 e ’60 del Novecento, perché chiusa
nella considerazione del solo cartesianesimo napoletano, a sua volta schiacciato
dalla figura di Vico, nei confronti della quale peraltro non poche erano, com’è
noto, le parzialità. L’A. indica nei testi pubblicati da Eugenio Garin nel 1947 il
punto di svolta rispetto a questo orientamento di studi. La novità più significa­
tiva era costituita dalla considerazione, nell’ambito della filosofia, del ruolo del­
la scienza, del senso della rivoluzione scientifica, della portata quindi del pen­
siero di Galilei. Ciò permetteva alla rilettura di Garin di dare un posto e un sen­
so alle diverse e numerosissime istanze che, nel corso del Seicento, trovarono un
punto di convergenza nell’interrogazione della filosofia di Cartesio. I primi stu­
di specifici dedicati a figure di cartesiani italiani, l
'Introduzionea G.B.Vico
di Ni­
cola Badaloni, del 1961, con la sua ricchissima disamina di testi ed autori, apri­
rono con decisione un nuovo corso. Da allora ad oggi, conclude l’A., è amplissi­
ma la disponibilità di studi; «dell’immane letteratura vichiana, a partire dal con­
vegno veneziano del 1978, - osserva - ci è sembrato di poter prescindere, per­
ché altrove, puntualmente, è stata discussa» (p. 258), riferendosi a questo «Bol­
lettino». Ma come sempre, aggiunge, molto resta da fare.
I saggi che seguono ci sembrano offrire, in tal senso, una qualche soddisfa­
zione, anche nella convergenza di alcuni su temi in fondo ancora troppo poco
indagati, come le diverse intersezioni tra la filosofia cartesiana e momenti della
riflessione biologica e fisiologica. Il contributo di Alessandro Ottavini
(Scuola
galileiana e Cartesianesimo nella polemicafra Marcello Malpigli e Giovan Batti­
sta Trionfetti sulla generazione delle piante
, pp. 261-276) ce ne offre un primo
esempio, prendendo in esame l’accesa polemica tra Trionfetti e Malpighi sulla
generazione delle piante, polemica articolata e sottilmente argomentata, che ve­
de Trionfetti, insieme a molti in Italia, rivendicare, contro una natura letta se­
condo l’uniformità della generazione dalla
plantula seminalis
, la varietà e la mu­
tevolezza di una natura differenziata nei processi generativi, dunque non mec­
canicistica. Il dibattito relativo a tali questioni offre uno spaccato illuminante
sulle complesse commistioni di eredità galileiane e cartesiane, sulla loro trasfu­
sione nelle elaborazioni delle scienze medico-naturalistiche.
Salvatore Serrapica
(Lametafisica comespecchio. La controrivoluzionescientifi­
caa Napoli: Vico, Doria e l'Accademia degliOziosi
, pp. 277-293) ci conduce in am­
bito napoletano, mettendoci a confronto con le attività dellAccademia degli Ozio­
si, e mostrandone l’obiettivo centrale: il privilegio della metafisica, la sua difesa da­
gli attacchi dei moderni, l’affermazione della sua priorità rispetto alle altre scien­
ze. Tali posizioni sono esaminate dall’A. attraverso le figure di Paolo Mattia Doria
e del suo giovane allievo, nonché segretario dell’Accademia, Cirillo; non manca un
riferimento alla partecipazione di Vico agli incontri, letta nel senso di una sostan­
ziale adesione a quei fondamentali motivi ispiratori. Diverse però si configurano le
posizioni di Doria e Cirillo per quanto attiene al confronto con il pensiero carte­
siano. Più aperto e disteso questo confronto nelle formulazioni di Cirillo, che en­
tra nello stesso argomentare cartesiano per discuterne, sullo stesso terreno, nodi e
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