LA METAFISICA COME QUESTIONE DI METODO
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per spiegare «così le perfezioni de’corpi de quali prima propietà è la gran­
dezza, come quella degli animi, di cui la maggior propietà è la virtù»22.
Sono passati quasi trent’anni, ma le argomentazioni e anche il lin­
guaggio sembrano essere gli stessi di quando, ringraziando Paolo Mat­
tia Doria dell’ispirazione grazie alla quale aveva visto la luce la compo­
sizione del
Lyber metaphysicus,
ricorda e attribuisce all’amico la riparti­
zione degli ‘atti’ nella fisica e delle ‘virtù’ nella metafisica, considerata
come la sola vera scienza perché trattante delle eterne virtù23. E Vico stes­
so che lo rammenta al Gaeta, celebrato come chi ha elaborato con suc­
cesso un compiuto sistema di metafisica, «d’intorno al quale io molti an­
ni fa, aveva intesi tutti i miei debolissimi sforzi, e ne diedi fuori un libro,
ch’era il primo d ’un’Opera con questo titolo, de Antiquissima Italorum
Sapientia ex Linguae Latinae Originibus Eruenda»24. L’idea scevra da
dubbio, che cioè «l’essenza sia metafisica e l’esistenza fisica cosa»25, lad­
dove la vera essenza risiede nella sostanza, che è quel che sta sotto, ciò
che sostiene, la virtù, nella
Scienza nuova
nemmeno nelle parti soppres­
se viene più riproposta; fa eccezione la sola
Riprensione
, che elimina cer­
to il tema della ‘virtù’, ma analizza il pensiero cartesiano partendo dal
concetto di sostanza, che è idea composta di due cose, una che sta sotto
e l’altra che a questa s’appoggia. Concetto tradizionale di una metafisi­
ca tradizionale, contro l’attacco lockiano all’idea di ‘sostanza’, che non
può che rappresentare per ipotesi «il sostegno supposto ma sconosciu­
to di quelle qualità che scopriamo esistenti, che non possiamo immagi­
nare
sine re substante
, senza qualcosa per sostenerle»26. E lo schema del­
la presenza ‘in intellectu’è oggetto di ulteriori correzioni da parte del Vi­
co delle
CMA4,
che discute ancora una volta dell’incidenza del ‘corpo’
e del ‘tempo’ come categorie che delimitano la distanza tra territorio fi­
sico - contraddistinto dal carattere della necessità - e territorio metafi­
sico - peculiarmente agganciato al tema della libertà.
22
Ibid.,
p. 191.
23
De ant.,
IV, I, p. 84.
24
Epist.,
p. 196.
25
Ivi.
26J.
L
o cke
,
Saggio sull'intelletto umano,
a cura di N. Abbagnano e M. Abbagnano, To­
rino, 1982,1. II, cap. XXIII, 2, p. 351. Vico così si esprime: «Senonché la mente umana è co­
sì fatta che dalla considerazione di cose assolutamente certe ed indubitabili giunge alla cono­
scenza di Dio, ma giunta a questa conoscenza le appaiono false perfino quelle cose che prima
aveva ritenuto come assolutamente certe. Perciò in genere tutte le idee delle cose create sem­
brano in certo modo false rispetto all’idea del sommo Nume, perché si riferiscono ad ogget­
ti che, paragonati a Dio, non sembrano possedere una loro vera esistenza. Vera è la sola idea
di Dio, poiché egli solo veramente esiste»
(De ant.,
p. 110).
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