338
ROMANA BASSI
rilevanza l ’autografo, finora dato per disperso. Tanto Nicolini quanto Vi
sconti si basano, per la loro trascrizione e per le ipotesi di datazione, sul
la riproduzione dell’autografo vichiano pubblicata quale fac-simile in
una tavola litografica fuori testo da Giuseppe Ferrari, nel primo volume
delle opere vichiane16 stampate a Milano dalla Società tipografica de’
classici italiani nel 1837.
4.
Occorre accertare a questo punto se l ’autografo vichiano considera
to disperso sia, al contrario, collocato presso la BSB e classificato con la
segnatura «Autogr. Vico, Giovanni Battista». La carta così indicata misu
ra mm 167 x 223 e reca traccia di diverse piegature. Il testo vichiano oc
cupa un’unica facciata del foglio, è strutturato in 3 capoversi e si dispone
su 19 linee. Una piccola lacerazione si presenta in corrispondenza della li
nea 9, senza tuttavia ostacolare la lettura. Lungo il solo lato destro il foglio
è stato rifilato e in alto a destra a matita, apposta da parte del biblioteca-
rio, si legge l’attribuzione: «Giov. Batt. da Vico»17, indispensabile consi
derando che il ms. è adespoto, oltre che anepigrafo. A piè di pagina il nu
mero «1 » è stato vergato con inchiostro bruno, diverso dall’inchiostro ne
ro del testo vichiano. Sul verso della carta il timbro ovale della biblioteca,
in inchiostro viola, reca l’iscrizione Bibl[iotheca] Reg[ia] Monac[ensis].
Collazionando il microfilm della carta vichiana appartenente alla BSB
con il fac-simile edito da Ferrari si riscontra una corrispondenza calli-
grafica perfettamente fedele. Se pure si volesse credere che tale isomor
fismo vada imputato all’elevata competenza e all’abilità tecnica dimo
strata dai litografi ottocenteschi nel riprodurre la grafia di scrittori fa
mosi18, l ’evidenza di una collazione autoptica rivela piuttosto che è il te
stimone vichiano della BSB a non potersi considerare autografo. La car
ta spessa, priva di filigrana, denota una qualità di carta fatta a macchina
che sarebbe stato impossibile ritrovare nel Settecento, mentre l ’inchio
16
Id.,
Opere, ordinate ed illustrate coll’analisi storica della mente di Vico in relazione alla
scienza della civiltà da Giuseppe Ferrari,
voi. I, Milano, Società Tipografica de’ classici italia
ni, 1837. La riproduzione litografica della grafia vichiana si colloca alla p. 342. Cfr. in parti
colare
M . MARTIRANO,
Giuseppe Ferrari editore e interprete di Vico,
Napoli, 2001, pp. 47-76,
dove si richiamano le vicende e i dibattiti che accompagnarono quest’edizione.
17 E abbastanza peculiare che il nome di Vico venga fornito in questa forma, versione ita
liana di quel «Joh. Baptista a Vico» che era comparso sul frontespizio delle prime opere a
stampa, il
De ratione
e il De
antiquissima.
18 È nota la vicenda degli autografi tassiani contraffatti, dati alle stampe come
Manoscritti
inediti di Torquato Tasso ed altri pregevoli documenti per servire alla biografia del medesimo
posseduti ed illustrati dal conte Mariano Alberti e pubblicati con incisioni efac-simili per cura
di Romualdo Gentilucci e c.
, Lucca, Giusti, 1837. Il processo che ne seguì, conclusosi solo nel
1844, stabilì la condanna del falsificatore.