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ROMANA BASSI
La raccolta degli autografi
(Sammlung von Einzelautographen
) pres
so la BSB fu avviata nel 1858 per iniziativa del filologo Karl Felix Halm20.
Nel 1856, all’età di 47 anni, egli aveva ricevuto la nomina regia a pro
fessore ordinario di filologia classica presso l’università di Munchen e,
contemporaneamente, l ’incarico di direttore alla Hof-und Staatsbi-
bliothek nella stessa città, posizioni che conserverà fino alla morte, av
venuta nel 1882. In entrambi questi settori di competenza raggiunse ri
sultati eccellenti. In particolare, durante la sua direzione della bibliote
ca si preoccupò di ampliare la consistenza dei fondi librari e curò l ’or
ganizzazione della sezione manoscritti, intraprendendo la compilazione
dell’edizione dei cataloghi di mss. posseduti, pubblicata in quindici vo
lumi21. La collezione degli autografi consta oggi di ca. 35000 pezzi e ri
vela un’ampia gamma di acquisizioni, essa raccoglie infatti autografi di
poeti, artisti, architetti, compositori, eruditi, antiquari, archeologi e stu
diosi tanto di
Geistes-
quanto, se pur in misura minore, di
Naturwissen-
schaften.
E tuttavia difficile, in assenza di un catalogo a stampa, giunge
re a una valutazione di quale sia l’effettiva incidenza della componente
di origine italiana, e più specificamente settecentesca.
Sarebbe particolarmente significativo, data la statura del personag
gio, poter dimostrare una conoscenza e un interesse verso Vico e le sue
teorie filologiche, oltre che filosofiche, da parte di Karl Halm, che avreb
be potuto procurarsi l’autografo vichiano per dotarne la collezione d ’au
tografi della biblioteca di cui era direttore. Sarà preliminarmente op
portuno sgombrare il campo dalla possibile obiezione che un filologo co
me Halm non poteva credere autografo il documento vichiano ora con
servato presso la BSB. Poiché nel fondare la collezione degli autografi
egli era stato mosso soprattutto dall’intenzione di raccogliere
specimena
della grafia di personaggi illustri, l’avantilettera di una stampa litografi
ca espressamente dedicata a illustrare la grafia di Vico poteva ben figu
rare in luogo di autografi vichiani ormai irreperibili, anche senza voler
te n e re
conto di quanto la nozione di autografo come la intendiamo noi
oggi si sia cristallizzata progressivamente nel tempo e potesse valere, an
cora nella seconda metà dell’Ottocento, a qualificare tipologie diverse di
materiale manoscritto22.
20
Deutsches BiographischesArchiv,
I, 465, 338-346; II, 516,321-324; III, 344, 437-440.
21
Catalogus codicummanuscriptorumBibliothecae Regiae Monacensis,
1858-1881.
22 Volendo rimanere in ambito vichiano si vedano le considerazioni di C.
PANDOLFI,
Per
l’edizione critica della 'Principumneapolitanorum coniurationis anniMDCCI historia’di G. Vi
co,
Napoli, 1988, pp. 39-40, poi riprese in G. Vico,
La congiura dei principi napoletani. 1701
(Prima e seconda stesura), a cura di C. Pandolfi, Napoli, 1992, p. 17 n.