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ROMANA BASSI
Melzi al marchese di Villarosa, che doveva nel frattempo aver sollecita
to la restituzione, essendo trascorso oltre un anno dalla pubblicazione
dell’ultimo volume delle opere vichiane. Infatti la lettera, che si ritrova
tra le «Carte Villarosa» segnata XIX-14 /57, è datata 24 novembre 1838
e, nonostante la firma sia stata strappata, è da attribuirsi al conte Gaeta
no Melzi, come provato anche dal sigillo30 in perfette condizioni, oltre
che dalla collazione con la grafia della precedente lettera e, soprattutto,
dal contenuto. Si trascrive qui integralmente, perché consente di coglie
re la natura degli interessi che legarono il conte Melzi al marchese di Vil
larosa:
Dall’unito articolo31 tratto da un nostro giornale letterario
(La rivista Eu
ropea. Luglio 1838)
che ho fatto copiare vederà, che ella non è andato longi
dal vero nel giudicare il Sig[nor]e Ferrario. Benché da molto tempo non ab
bia egli scritto da Parigi, ella continui ad avere pazienza e non dubiti che i
mss. di Vico rimasti inediti vadino perduti, mentre il Sig[nor]e Ferrario non
vorrà mancare alla parola datami prima della sua imminente partenza, ed al
tronde ne è responsabile il tipografo Fusi32, a cui io li consegnai, come già
le scrissi, e sembrami di essermi abbastanza spiegato in altra mia. Il Sig[no]r
Casati partirà da Milano come mi vien detto, alla fine del prossimo mese. A
lui consegnerò le aggiunte pe’ suoi Scrittori Filippini33. Esse occuperanno
circa quattro carte da lettere in modo che mandandole col messo della po
sta non dovrebbero costare che il valore di due lettere. Se vuole che ciò fac
ci [asi] per maggiore sollecitudine ella mi dica i suoi comandi. Ho fatto la di
lei ambasciata al Conte Litta, il quale la riverisce, e mi promise di averla pre
sente nelle sue ricerche in proposito de’ Cav. di Malta letterati. Di tre favo
ri vengo ora ad importunarla. 1° Ha ella ancora qualche esemplare disponi
30
Cfr.
F.
CALVI,
Famiglie notabili milanesi
, Milano, Antonio Vallardi, 1881.
31 Nell’articolo, tratto dalla «Rivista Europea» (1838) 21, si dà notizia di un pezzo di Fer
rari, intitolato
Vico et son epoque
, comparso sulla «Revue des deux mondes» nel luglio 1838.
32 Su Francesco Fusi, fondatore della Società tipografica de’ classici italiani, e sulla sua
iniziativa di avviare, dal 1818, una collana di «classici moderni», entro la quale troverà collo
cazione l’edizione ferrariana delle opere di Vico, cfr. M.
BERENGO,
Intellettuali e librai nella
Milano della Restaurazione
, Torino, 1980, pp. 166 sgg. Cfr. anche
Editori italiani dell’Otto-
cento,
Milano, 2004, 2 voli., a cura di A. Gigli Marchetti, M. Infelise, L. Mascilli Migliorini,
M. I. Palazzolo.
33 Si veda presso la Biblioteca Nazionale ‘V. Emanuele III’ di Napoli, il ms. segnato XIX-
15 / 34: «Dal giornale del Regno delle Due Sicilie 1838 - Memoria degli scrittori Filippini o
siano della Congregazione deU’Oratorio di S. Filippo Neri raccolte dal Marchese di Villaro
sa», datato Napoli, 2 giugno 1838. Questa memoria non potè pertanto valersi delle notizie an
nunciate nella lettera di G. Melzi, che giungeva evidentemente in ritardo e forse non più at
tesa. L’edizione a stampa delle
Memorie degli scrittorifilippini
uscì a Napoli a più riprese, in
varie redazioni con annotazioni aggiunte, tra il 1837, pubblicata dalla stamperia reale, e il
1846, per i tipi della tipografia di Porcelli.