PRESUNTI AUTOGRAFI VICHIANI PRESSO LA BAYERISCHE STAATSBIBLIOTHEK
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bile del capitolo del
Tansillo sull’arte di tingere i capelli?
Non avendo fino
ra avuta la fortuna di poterlo acquistare, mi fo animo a farne richiesta al dot
to editore. 11° Mi farebbe il piacere di salutare a mio nome Mons. Cav. Ros
si34, che fu secretario del defunto Ab. Andres35 e d’interrogarlo per sapere
che fine hanno fatto i libri di quel letterato, e se fra essi trovasi un volume
contenente lettere del celebre Cancelliere Girolamo Morone, ed in caso af
fermativo informarsi di che trattano le medesime? 111° Bramerei ch’ella po
tesse verificare se l’opera, che ha per titolo
La religione dimostrata da jerofi-
lo PolemocrateoNeapoli 1769,
porta puranco il nome vero dell’autore Igna
zio Gajone36. Spero che l’aria campestre, e la quiete avrà contribuito a ri
mediare in parte ai sofferti guai di corpo, e di animo. Io pure fui a villeggia
re: la mia salute però non è del tutto buona, soffrendo da circa quattro me
si una flogosi intestinale, che grazie al cielo però da due o tre giorni va miti
gandosi. Ella mi conservi secondo il passato la sua grazia e benevolenza, e
mi creda sinceramente, quale salutandola me le confe[rmo]
Milano, 24 novembre 1838
Da questa testimonianza sembra si possa inferire che non tutti i ma
noscritti vichiani inviati dal marchese di Villarosa venissero pubblicati,
poiché Melzi fa riferimento a «mss. di Vico rimasti inediti». Si com
prende comunque chiaramente che le carte vichiane furono affidate a
Francesco Fusi. Questo dettaglio potrebbe rivelarsi di qualche interesse
poiché Fusi aveva contatti diretti con l ’ambiente in cui si muoveva Karl
Halm. In particolare il tipografo aveva intrapreso nel 1842 la pubblica
zione a fascicoli del
Compendio della storia ecclesiastica
scritto da J. J.
Ignaz von Dòllinger (1799-1890), che insegnava storia della chiesa all’u
niversità di Miinchen. Presso la BSB si conserva un fascicolo, segnato
Dòllingeriana II, contenente quattro lettere di Fusi a Dòllinger, scritte
da Milano, su carta intestata della Società tipografica de’ classici italia
ni, tra il 4 giugno 1845 e il 20 febbraio 1856, per sollecitare la conclu
34 Si tratta di don Giovanni Rossi, vicebibliotecario della Biblioteca Borbonica di Napo
li. Cfr. F.
CRISTIANO,
La biblioteca di Gaetano Melzi,
cit., p. 63.
35 Melzi attribuiva al gesuitaJuan Andres (1740-1817) il merito di averlo iniziato alla pas
sione per i libri. Sui rapporti Andres-Melzi cfr. N.
VlANELLO,
Ventitré lettere dijuan Andres
a Gaetano Melzi,
in «Archivio veneto», serie
V,
XCVIII (1973), pp. 55-126; M.
G
igan te
,
Po
stille ercolanesi al carteggioAndrés-Melzi,
in «Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Let
tere e Belle Arti di Napoli» III (1973), pp. 265-271.
361. Gaione,
La religione dimostrata
,
sonetti d’Ignazio Gajonefra gli arcadiJerofilo Pole
mocrateo,
Napoli, V. Mazzola Vocola, 1769. L’informazione richiesta da Melzi doveva servire
nell’ambito della ricerca sulle opere anonime e pseudonime, che verrà in seguito pubblicata.
Cfr. G. Melzi,
Dizionario di opere anonime o pseudonime di scrittori italiani,
Milano, L. Di
Giacomo Pirola, 1848-1859,3 voli.