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ROMANA BASSI
sione del
Compendio.
Come si evince dall’ultima lettera, i contatti tra Fu­
si e Dòllinger non erano stati esclusivamente epistolari, ma avevano com­
portato anche incontri che si erano tenuti a Milano.
D’altro canto la comunicazione di idee e d ’informazioni tra Dòllin­
ger e Halm si mantenne assidua e costante nel tempo, come dimostra la
mole di lettere che furono scambiate fino alle soglie della morte di Halm.
Né può essere messo in dubbio che Dòllinger cedesse a Halm materiale
autografo, come dimostra un’annotazione del catalogo di autografi ap­
partenuti a Halm, in cui si indica che la lettera autografa dello storico
Cesare Cantò era indirizzata allo stesso Dòllinger. A questo punto l ’ipo­
tesi che la riproduzione vichiana possa essere giunta alla BSB attraverso
i contatti tra Fusi e Dòllinger, e poi tra quest’ultimo e Halm, si configu­
ra in modo assai plausibile per la convergenza di interessi rilevati, anche
se una dimostrazione potrebbe venire probabilmente solo dallo studio
dell’epistolario di Halm.
In conclusione la lettera di Melzi, attribuendo a Fusi la responsabi­
lità dei manoscritti vichiani, solleva nuovi interrogativi intorno ad even­
tuali inediti vichiani dispersi e apre la questione dell’affidabilità di Fusi.
Se appare difficile chiarire quale sia stata, dopo il 1838, la sorte dei ma­
noscritti appartenuti al marchese di Villarosa, si dimostra più semplice
rispondere al secondo quesito, alla luce di un documento che si colloca
temporalmente tra la prima e la seconda lettera di Melzi.
8.
Sui percorsi e sulle vicende che interessarono l’autografo vichiano
da cui fu tratta la riproduzione litografica presentata da Ferrari è possi­
bile raccogliere qualche altra informazione, attingendola da un ms. pos­
seduto dalla BSB e segnato «Neue Autogr. Vico, Giambattista de»37. In
questa circostanza non è stato neppure possibile nutrire dubbi sull’iden­
tificazione vichiana dell’autografo, visto che, pur trattandosi stavolta real­
mente di una lettera ms., essa è datata 1838, vergata a Milano e firmata
con il solo nome «Luigi». In considerazione di questi elementi la segna­
tura è stata ora mutata in «Fase. germ. 199 Nr. 2». La data d ’acquisizio­
ne di questo ms. da parte della biblioteca è delimitata dal periodo inter­
corso nel Novecento tra le due guerre: ciò porta per lo meno a ritenere
che, nonostante i due presunti autografi vichiani provengano entrambi
da Milano negli anni tra il 1837 e il 1838, l’ingresso di questi documenti
alla BSB sia avvenuto attraverso modalità e tempi indipendenti.
37
Desidero ringraziare Jutta Wagner, addetta al servizio informativo della sezione mano­
scritti, per questa segnalazione, nonché per la disponibilità, la pazienza e la sollecitudine nel ri­
spondere, sempre in modo esauriente, ai numerosi quesiti sorti nel corso di questa ricerca.
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