AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
353
perfezionando d’eccezione e culminanti nel
lavoro intitolato Dal Genovesial Galluppi. A
fronte di questo proficuo rapporto intellet
tuale, il talento filosofico e letterario di Gen
tile, già annunciatosi prepotentemente in
quegli anni, non riceve un significativo con
tributo dalla frequenza dei corsi all’istituto.
Tuttavia, se non si risparmiano critiche a Pa
squale Villari - ritenuto, per i limiti congeni
ti alla sua impostazione filosofica, incapace
di comprendere la tesi esposta nella Memo
ria crociana del ’93 su La storia ridotta sotto
il concetto generale dell’arte (pp. 253-254) -,
è pur vero che a Felice Tocco - attento agli
scritti vichiani compresi fra il De ratione e la
Scienza nuova, ma non alle Orazioni inaugu
rali - si deve una lettura del rapporto fra le
opere vichiane cosiddette minori e la Scienza
nuova in termini di continuità; un’interpre
tazione che, divergente rispetto a quelle di-
scontinuiste di Carlo Cantoni e Bertrando
Spaventa, era destinata a sollecitare l’interes
se gentiliano per il giovane Vico e ad in
fluenzare sensibilmente le future posizioni
storico-filosofiche assunte sul pensatore na
poletano ed espresse negli Studi vichiani.
[R. D.]
5. BAILEY
Ted, Analogy, dialectics and li-
felong learning, in «International Journal of
Lifelong Education» XXII (2003) 2, pp. 132-
146.
All’interno del rapporto tra i concetti di
analogia e di dialettica, l’A. sottolinea come
quest’ultima assuma inVico un carattere ‘d i
stico’ rispetto alla natura oppositiva della
concezione hegeliana. Adottando l’analogia
come puntello, la ‘doppia dialettica’ di Vico
consente di mettere in relazione la macro
scala delle relazioni sociali con la microscala
delle relazioni individuali, la conoscenza con
l’esperienza, il pensiero con l’azione come
‘prassi’.
6.
BARUCHELLO
Giorgio, Pietist Prejudi-
ce in Gadamer’s Misreading o/Vico, in «Filo
sofia oggi» XXVI (2003) 3, pp. 291-306.
L’articolo prende le mosse dalla critica
della lettura gadameriana di Vico formulata
da Christoph Jermann e da John D. Schaef-
fer. Secondo i due studiosi, il cui pensiero è
ripreso dall’A., l’enfasi posta da Gadamer
sulle analogie riscontrabili fra alcuni aspetti
della filosofia di Vico (non a caso il Vico del
De nostri temporis studiorum ratione e non
quello del De antiquissima, né tanto meno
della Scienza nuova), come la distinzione fra
le scienze naturali e quelle dell’uomo, la ri
valutazione della tradizione umanistica, l’en
fasi sulla rilevanza cognitiva degli aspetti non
razionali del pensiero e il suo progetto di svi
luppo di un modello di ragione storico e dia
lettico, lo portarono a sottostimare le diffe
renze: «thè entusiasm with which Gadamer
incorporates Vico into his project leads him
to overlook a few substantive differences
between him and Vico» (p. 294).
Rispetto agli studi di Jermann e Schaef-
fer, il contributo dell’A. consiste nell’indivi-
duare la radice del ‘fraintendimento’ gada-
meriano, che riguarda in particolare la no
zione di sensus communis nel pietismo, e in
particolare nell’accostamento arbitrario
compiuto da Gadamer fra il pensiero di Vi
co e quello di Friedrich Christoph Oetinger.
Proprio l’identificazione fra la nozione vi
chiana di sensus communis con quella forni
ta dal teologo pietista, conclude l’A., portò
Gadamer a ridurla a un impulso emotivo ri
conducibile alla sfera etica ed estetica e radi
calmente separato dall’attività intellettiva:
«Gadamer combines thè two authors to-
gether, indifferent to thè fact that Vico’s ho-
listic attitude may contradict Oetinger’s ap
peal to thè mystery of ‘God’s judgement’,
which involves a radicai split of thè two fa-
culties - an ultmimate aut-aut [either-or]
between ‘mind’ and ‘heart’» (p. 301).
[D. A.]
7.
BATTISTINI
Andrea, Ariadne and thè
Minotaur: The Cultural Role ofa Philosophy
ofRhetoric, in Philosophy andCulture: Essays
in Honor ofDonald Phillip Verene, ed. by G.
A. Magee, Charlottesville, Philosophy-Doc-
Ctr, 2002, pp. 1-13.