354
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
L’intento del saggio è mostrare che la fi­
losofia non soltanto è nata assieme alla reto­
rica - allorché, secondo la lezione socratica,
«nelle sue origini non seguiva la forma espo­
sitiva del trattato perché [...] si dedicava al­
l’esperienza e al dialogo tra le persone» - ma
pure che una filosofia della retorica è ancor
oggi un approccio pienamente attuale, come
dimostra il percorso di pensiero battuto da
Donald Ph. Verene, con la sua contestazione
della riduzione della filosofia ad «un’attività
di pensiero integralmente tecnica, rinchiusa
nel proprio mondo accademico, volta a por­
re da sé i propri problemi e a trovare da sé le
proprie soluzioni». In tale riduzione, dice
l’A., «i filosofi di oggi sono assai simili al Mi­
notauro, il custode del labirinto, un edificio
che sembra essere il frutto della ‘barbarie
della riflessione’» (p. 2). Di qui il paragone
della filosofia della retorica col filo di Arian­
na: una «metafora», come afferma l’A. con ri­
ferimento all’interpretazione che ne dà Vico,
«del percorso, del viaggio, una memoria del­
la storia, un racconto, una trama che si co­
struisce da sé passo passo, o un percorso la­
stricato di esperienza e osservazione [...]. Il
Minotauro sta a guardia di ciò che già pos­
siede, mentre Arianna, col suo filo, conduce
la filosofia verso territori sconosciuti» (p. 3).
Il problema dell’orientamento, orientamen­
to quotidiano equindi anche apertura al nuo­
vo - l’uscita dal labirinto irrigidito del siste­
ma aristotelico -, è in effetti caratteristico
della filosofia moderna: in particolare, l’U-
manesimo italiano, col suo continuo richia­
mo a Socrate, ne cercava la soluzione proprio
nella filosofia della retorica. Seppure il mo­
derno problema del metodo, cioè del per­
corso, ha per certi versi cercato anch’esso un
filo d’Arianna, tuttavia il suo pensatore più
rilevante, Cartesio, è precipitato a sua volta
in quella che Vico indicava come la filosofia
monastica - ossia, per restare alla metafora,
nel ruolo del Minotauro. Su questo sfondo la
posizione vichiana, secondo cui «la ricerca fi­
losofica deve coincidere con l’antropologia,
deve ricostruire la storia umana in tutti i suoi
aspetti culturali, perché la mentalità fantasti­
ca e ingegnosa che ha fondato la religione è
applicata ad ogni altro aspetto della vita uma­
na» (p. 10), rappresenta la ripresa più forte
della connessione «retorica» come strumen­
to di decifrazione e orientamento. Nel senso
appunto di una rivendicazione della «neces­
sità vitale degli spazi aperti e di una cono­
scenza nata dal pensiero collettivo», la «co­
mune lezione» di «Socrate e Vico» - quella
«mente eroica» che quest’ultimo opponeva
alla «barbarie della riflessione» (pp. 11-12) e
che l’A. vede riproporsi nel coraggioso pro­
getto filosofico di Verene - resta una pro­
spettiva capace di misurarsi con la sfida dei
tempi.
[L. P. C.]
8.
BENTIVEGNA
Giuseppe, Filosofia civi­
le e diritto comparato in Emerico Amari, Na­
poli, Guida, 2003, pp. 430.
Sviluppando gli esiti di un suo studio del
1997 (Storicismo e sociologia del diritto in
Emerico Amari), l’A. estende il campo di in­
dagine alle prolusioni inedite ai corsi di codi­
ce e procedura penale nell’Ateneo di Palermo
dal 1840 al 1848 (pubblicate nella parte se­
conda del volume). Lo fa dando opportuna­
mente rilievo all’Amari «filosofo civile» e alla
sua formazione alimentata dalla tradizione vi­
chiana e illuministica, dalla loro significativa
eredità nell’Italia di primo Ottocento (pp. 10-
11). Nella prima parte, proprio in riferimento
ai grandi quadri della cultura italiana ed eu­
ropea contemporanea al pensiero e alla vita
dell’Amari, la documentata ricostruzione del
Bentivegna si sofferma sull’eredità vichiana e
romagnosiana (pp. 20-22). Richiama, in parti­
colare, l’interessante personalità di Benedetto
Castiglia che, come «scienziato sociale», si ri­
volge a Vico attraverso Romagnosi, per met­
tere in discussione ogni metodo aprioristico e
soluzione di carattere metafisico (pp. 26-27).
È, questa, una prima, significativa via d’acces­
so allo studio di quella particolare «riflessione
‘civile’ della filosofia italiana del Risorgimen­
to» (p. 40) che Amari maturerà in opposizio­
ne all’«eclettismo» (p. 41).
A Vico e al vichismo tra Sette e Otto­
cento sono ispirate le «prolusioni accademi­
che» della prima metà del secolo XIX, per
fissare le regole di una rinnovata «filosofia
1...,344,345,346,347,348,349,350,351,352,353 355,356,357,358,359,360,361,362,363,364,...402