AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
363
26.
D
elgado
Antonio, La demostraciòn
viquiana: afinidades y contrastes con el mode-
io lockeano de demostraciòn, in «Cuadernos
sobre Vico» XIII-XIV (2001-2002), pp. 95-
126.
Il saggio si apre con l’individuazione di
un punto di contatto rilevante tra la gnoseo
logia lockiana e quella vichiana: l’inammissi
bilità di un referente esterno alla mente in un
procedimento logico che ambisca a certezza.
Così, la formulazione dell’idea adeguata in
Locke, della conoscenza «genetica» in Vico
- il Vico del De antiquissima, delle prime ela
borazioni del verum ipsumfactum - accolgo
no entrambe il modello dimostrativo della
matematica come fondamento di certezza,
ma entrambe ne rifiutano l’applicazione al
mondo fisico-naturale. Attraverso un serrato
confronto testuale, l’A. segue quindi ulterio
ri elementi di convergenza, e i non pochi ele
menti di distanza; già avvertibili, questi ulti
mi, nella configurazione della dimostrazione:
se pure si incontrano, Locke e Vico, sul ri
fiuto del sillogismo nella costruzione del pro
cesso dimostrativo, Vico bilancia questo ri
fiuto con la proposta ‘forte’ Ae&'ars inve
niendis della topica per l’individuazione del
termine medio; Locke sembra non ritenere
necessario ricorrere ad un’autentica alterna
tiva, limitandosi a proporre, in ultima anali
si, una semplice giustapposizione di idee.
Ancora, la ricerca vichiana dello scire per
caussas, è del tutto estranea all’orizzonte teo
retico deH’Essay lockiano.
L’ultima parte del saggio vuole affronta
re la questione dei mutamenti del principio
epistemologico vichiano del verum-factum
nel Diritto universale e nella Scienza nuova, e
tentare un confronto di questo grandioso
progetto con quello lockeano di elaborare
un’etica dimostrata. Nell’intento, e nella fi
ducia di dare scientificità al diritto e alla sto
ria (Vico), all’etica (Locke), piuttosto che al
la fisica, i due pensatori danno certamente se
guito a quell’assunto comune che si è visto, e
che allontana entrambi dalla linea maestra
del pensiero a loro contemporaneo. Entram
bi convinti che tali scienze debbano essere un
«factum della mente», sono però consapevo
li della necessità del ricorso aprincipi che tra
scendano questo stessofactum, che vadano al
di là dell’analisi semiotica in Locke, della fi
lologia in Vico; tale principio è la legge natu
rale per Locke, la «storia ideale eterna» per
Vico. Ma proprio su questo punto le posi
zioni si divaricano in maniera radicale. La
complessa circolarità del vero e del certo, che
si configura a partire dal Diritto universale,
allontana decisamente la gnoseologia vichia
na dal progetto lockeano.
[M. R.]
27.
D
el
P
rete
Antonella, Vico et Bodin,
in «Historia Philosophica. International
Journal» 2003, 1, pp. 43-53.
L’A. affronta il rapporto di Vico con Bo
din non solo seguendo le citazioni esplicite
di Bodin nelle diverse edizioni della Scienza
nuova, ma, soprattutto, evidenziando il nes
so, naturalmente occulto, tra l’incessante la
voro di Vico sulla sua opera maggiore, su al
cuni suoi nodi teorici, e il confronto con il
pensatore francese. Prima, fondamentale te
stimonianza di questo nesso l’ingresso mas
siccio di Bodin nella Scienza nuova del 1730
con venti riferimenti, a fronte di un unico ri
ferimento nella redazione del ’25; insieme,
cioè, al tema del ricorso, e alla ridefinizione
e ai progressivi aggiustamenti del «corso del
le nazioni».
L’analisi testuale della «Riprensione del
la Dottrina Civile fatta sopra il Sistema Poli
tico di Giovanni Bodino», luogo centrale del
la polemica che Vico conduce con Bodin a
partire dal 1730, mostra innanzitutto delle
inesattezze relative alla dottrina politica bo-
diniana; e, accanto alle divergenze esplicitate
- prima fra tutte, come è noto, quella sulla
monarchia come prima forma di governo -
non poche affinità, naturalmente tacite, da
rintracciare anche al di fuori di questo para
grafo cruciale. Vi è infatti accordo sostanzia
le sull’unicità e assolutezza della sovranità,
sul rifiuto delle formemiste di governo. Que
st’ultimo punto tocca, per Vico, una questio
ne delicata e complessa: il passaggio da una
forma all’altra, i temi del «mescolamento» e
del «temperamento» dei governi; e proprio