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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
«la nozione di ‘temperamento’ subisce una
metamorfosi che avvicina di più Vico a Bo-
din» (p. 48), con l’utilizzo, certo non esplici
tato come tale, della distinzione sostenuta da
Bodin tra forma di Stato e forma di governo.
La questione della prima forma politica
resta, comunque, il punto centrale della cri
tica vichiana a Bodin, e l’A., anche in questo
caso, non si arresta alle dichiarazioni di Vico,
ma segue le tracce che intorno a questo tema
costruiscono, dal Diritto universale in poi, un
percorso tormentato; la successione delle
forme di governo che si fa progressivamente
più fissa, il problema della corrispondenza
tra fasi della storia umana e governi, e, insie
me, la distinzione, non priva di ambiguità e
di incertezze, tra monarchie «famigliari» e
«civili», el’elogio, anch’essonon privo di am
biguità, dellamonarchia. Tutti elementi, que
sti, che, recuperati attraverso un attento
scandaglio dei testi, svelano convergenze
profonde con il pensiero di Bodin, e consen
tono anche di ipotizzare una sorta di vigilan
za, da parte di Vico, su punti che non solo
avrebbero potuto intaccare la coerenza del
suo disegno, ma anche avvicinarlo troppo a
un autore così drasticamente criticato.
[M. R.]
28.
E
dler
Markus, Der spektakulàre
Spracbursprung. Zur hermeneutischen Ar-
chàologie der Sprache bei Vico, Condillac und
Rousseau, Mùnchen, Fink, 2001, pp. 314.
Il volume prende in esame le teorie sul
linguaggio di Vico, Condillac e Rousseau. In
particolare, l’A. interpreta la teoria vichiana
dell’origine del linguaggio come soluzione di
problemi metodologici. Il linguaggio nella
Scienza nuova non nasce come atto del par
lare [Sprechakt] ma come atto d’interpreta
re, coincidendo l’origine del linguaggio con
l’origine dell’interpretazione: la lingua origi
nale dei poeti teologici è infatti divinazione,
arte dell’interpretazione. Il linguaggio inter
preta la natura riferendosi sempre a un uni
verso umano, in quanto non esprime verità
in relazione alle cose, ma in relazione alle idee
umane delle cose.
Da questa versione ermeneutica dell’ori
gine del linguaggio nasce, secondo l’A., la
concezione metodica vichiana d’una archeo
logia ermeneutica. Partendo da una esposi
zione critica d’interpretazioni precedenti del
concetto vichiano di Provvidenza e del ve-
rum-factum (Croce, Lowith, Berlin, Pompa,
Verene), Edler intende spostare il fonda
mentometodologico della Scienza nuova dal
la gnoseologia alla teoria del linguaggio. La
Scienza nuova, secondo l’A., non è né una
scienza della dimostrazione, né dell’immagi
nazione, ma una scienza dell’interpretazione.
Richiamando poi l’attenzione sulla ter
minologia (Vico parla sempre di pruove, mai
di dimostrazioni), FA. interpreta le pruove
della Scienza nuova in senso dellaprobatio re
torica, di cui l’argomentazione della Scienza
nuova segue le regole.
[S. W.]
29.
GENTILE
Giovanni -
D
onati
Benve
nuto, Carteggio (1920-1943), in Opere com
plete di Giovanni Gentile, «Epistolari», voi.
XIV, a cura di P. Simoncelli, Firenze, Le Let
tere, 2002, pp. 113.
Lo scambio epistolare con Gentile si ri
ferisce in gran parte alle ricerche vichiane di
Donati, delle quali consente di ricostruire la
genesi e lo sviluppo. Passato dal giovanile po
sitivismo all’idealismo storicistico, Benvenu
to Donati (Modena 1883-1950), dopo aver
insegnato filosofia del diritto in diverse Uni
versità italiane fra il 1913 ed il 1923 (con una
pausa provocata dall’adempimento dei do
veri bellici), nel 1924 approda all’Università
di Modena, chiamato dall’antico maestro
Alessandro Grappali, trasferitosi a Milano.
Le lettere fra il professore modenese ed il fi
losofo dell’attualismo vanno da quella di Do
nati del 14 gennaio 1920 - nella quale questi
ringrazia Gentile, che su «La Critica» del 20
settembre 1916 aveva recensito il suo lavoro
intitolato I prolegomeni della filosofia giuri
dica del Vico attraverso le Orazioni inaugura
li dal 1699 al 1708 (in «Annali della Facoltà
di Giurisprudenza della Regia Università di
Perugia» XXX, 1915-1918, pp. 77-160), un