AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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lungo saggio fortemente centrato, come gli
Studi vichiani dell’autorevole recensore, sep­
pur con diversi esiti, sulle Orazioni inaugu­
rali- all’ultima di Gentile del 26 aprile 1943,
che cade in quel periodo buio della vita di
Donati (per la precisione quello compreso
fra la rimozione dall’insegnamento nel 1938
per effetto delle leggi razziali alla reintegra­
zione sulla cattedra modenese nel 1945) nel
quale, come si evince dalle lettere coeve, il fi­
losofo non fa mancare allo sfortunato colle­
ga né conforto spirituale né sostegno con­
creto: è infatti grazie a Gentile che Donati,
con una forza d’animo che ha dell’incredibi­
le - se pensiamo che agli studiosi ebrei era
vietato persino l’ingresso nelle biblioteche
pubbliche-, riesce apubblicare due suoi stu­
di corredati da testi e documenti (Antonio
Rosmini collaboratore delle «Memorie» di
Modena. Note bio-bibliografiche con docu­
menti, Modena, 1941; L. A.
MURATORI,
Scrit­
ti giuridici complementari del trattato del
1742 «Dei difetti della giurisprudenza». I. De
codice carolino. II. Pareri legali. Testi inediti
con annotazioni, Modena, 1942).
L’interesse del pensatore siciliano per i
lavori vichiani di Donati è costante: su «La
Critica» del 20 settembre 1921 compare
un’altra recensione di Gentile, questa volta
dello scritto donatiano Autografi e documen­
ti vichiani inediti o dispersi. Noteper la storia
del pensiero di Vico (Bologna, 1921). La se­
gnalazione, cosa non irrilevante, è dovuta al­
le sollecitazioni presso Gentile dello stesso
Croce, al quale Donati l’aveva precedente-
mente inviato, ricevendone, oltre a sincere
«congratulazioni», il caldo augurio di «scri­
vere un giorno quella ordinata e completa
Biografia del Vico che ora mi pare stia di­
ventando necessaria» (lettera di Croce a Do­
nati del 4 giugno 1921, cit. neU’Introduzione
di Simoncelli, p. 15). In questa recensione,
tuttavia, Gentile avanza dubbi sulla retroda­
tazione ipotizzata dall’autore di unalettera di
Vico a Giacchi (18 ottobre o novembre?
1725), che avrebbe dovuto indurre ad anti­
cipare anche la pubblicazione e la diffusione
della Scienza nuova (lettera n. 3, pp. 43-44).
L’apprezzamento di Gentile per le ricer­
che vichiane di Donati - condiviso, come si
è visto, anche da Croce, che nel 1934 gli scri­
ve chiedendogli di sostituire nella cura del
De uno (Introduzione di Simoncelli, p. 23 n.)
Fausto Nicolini, ormai «disaffezionato» del­
l’edizione laterziana delle Opere di Vico e
dedito ad «altro oggetto d’indagini» - , è an­
cora più evidente a proposito del volume
Nuovi studi sullafilosofia civile di G. B. Vico
con documenti (Firenze, 1936), che Donati
chiede aGentile, riscuotendone l’assenso, di
ospitare nella collana «Studi filosofici» da
lui diretta presso Le Monnier (lettere nn. 6-
38 dedicate alla ricostruzione dell’intera vi­
cenda editoriale che va dal 1928 al 1936, una
vicenda lunga perché interrotta di tanto in
tanto a causa degli impegni accademici e de­
gli interessi giuscorporativi e di storia del-
l’Università modenese insorti nel frattempo
in Donati). Gentile giudica le ricerche vi­
chiane raccolte nei Nuovistudi-un libro su­
bito recensito positivamente anche dal gio­
vane Bobbio, il quale esprime però qualche
riserva sulla eccessiva importanza accordata
alle Orazioniinaugurali, nelle quali, secondo
Donati, si troverebbe «in germe la filosofia
civile del Vico» (Introduzione di Simoncelli,
pp. 25-26) - degne di occupare un «posto in­
signe [...] nella migliore letteratura vichia­
na» (lettera di Gentile a Donati del 29 giu­
gno 1936, n. 38, pp. 73-74, quip. 74). Di par­
ticolare interesse è la lettera n. 27 di Genti­
le a Donati del 10 gennaio 1936, nella quale
il filosofo, mostrando più buon senso del suo
interlocultore, studioso troppo entusiasta di
Vico, lo invita a «rinunziare a un certo nu­
mero di pagine [...] del capitolo intorno al
De antiquissima», ovvero a quelle che Do­
nati dedica «alla difesa della tesi vichiana del
carattere italiano antichissimo della sua tut­
ta personale ed originale dottrina», poiché
gli sembrano «in verità, un tour deforce ec­
cessivo, da realista che voglia essere più rea­
lista del re, in una causa ormai disperata»
(pp. 64-65).
[R. D.]
30.
G
ilbhard
Thomas, recensione a
G.
CACCIATORE,
Metaphysik, Poesie undGeschi-
chte. Uber die Philosophie von Giambattista
Vico (Berlin, Akademie Verlag, 2002), in
1...,355,356,357,358,359,360,361,362,363,364 366,367,368,369,370,371,372,373,374,375,...402