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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
diritto e della morale, nonché la definizione
stessa del concetto di ragione umana, della
sua complicata autonomia ma non indipen­
denza da Dio. Il giudizio dell’uomo sulla
tranquillità e l’ordine dipendono dal «mo­
do» del suo intelletto, inteso da Gronovio e
Barbeyrac (e, poi, da Salvatore Catalano, Eu­
genioDi Carlo eFiorellaDeMichelis) piùnel
significato di limite psicologico che in quel­
lo di misura o regola (come nella nota lettura
di Guido Fassò) in base a una prospettiva
metafisica e razionalista. È un’interpretazio­
ne che Barbeyrac, lettore di Locke e seguace
di Hobbes, accoglie e che Porpora si limita a
riproporre letteralmente, volgarizzando la
versione francese e giustificando indiretta­
mente le riserve critico-filologiche dei letto­
ri moderni e no sulla sua traduzione italiana:
«Or una di queste cose proprie dell’uomo, è
il desiderio della società, cioè a dire, di vive­
re co’ suoi simili, non già in qualunque ma­
niera che questo sia; ma piacevolmente, e che
sia così ben regolata, come gli vien suggerita
da’ suoi lumi» (t. I, pp. 97-99).
[F. LJ
34.
G
uido
Humberto Aparecido de Oli­
veira, recensione a E. Nuzzo, Tra ordine del­
la storia e storicità. Saggi sui saperi della sto­
ria in Vico (Roma, Edizioni di Storia e Lette­
ratura, 2001), in «Educagao e Filosofia»
XXXII (2002) 16, pp. 199-203.
35.
H
addock
Bruce, Between Philo-
sophy and History: Recent Studies ofVico, in
«European Journal of Politicai Theory» II
(2003) 3, pp. 341-346.
36.
H
eise
Jens, Topik und Kritik bei Vi­
co-Materialien zurKulturphilosophie, in «Al-
lgemeine Zeitschrift fur Philosophie» XX-
VII (2002), pp. 41-48.
In questo breve e sintetico saggio, l’A.
propone una lettura della Scienza nuova co­
me espressione di «filosofia di cultura», sot­
tolineando in essa la centralità del nesso ori­
ginario tra linguaggio, cultura e storia. Dopo
un’esposizione dell’uso della topica e della
critica nel De ratione, Heise si sofferma so­
prattutto sul concetto di «topica sensibile»
(Sn44, capov. 495). La topica, come «prima
operazione della nostramente» (capov. 497),
permette all’uomo di creare linguisticamen­
te il suo mondo: l’origine della cultura si
identifica con l’origine del linguaggio. Rife­
rendosi alla storiografia tedesca (Apel, Cose­
rai, Trabant), l’A. ripercorre gli aspetti più
importanti della teoria vichiana del linguag­
gio (universale fantastico, dizionario menta­
le comune) illustrandone il ruolo fondamen­
tale di principio costituivo e interpretativo
del mondo culturale.
[S. W.]
37.
HILLMAN
James, Plotino, Ficino e Vi­
co precursori della psicologia archetipica, in
I
d
.,
L'anima del mondo e il pensiero del cuo­
re, tr. it. Milano, Adelphi, 2002, pp. 11-40.
La conferenza romana del 1973, oggi
pubblicata in volume, dedica a Vico poche
pagine. Non si tratta però soltanto di un
omaggio d’occasione ad un terzo «autore ita­
liano» («considerando Plotino italiano per
adozione»). Vico è infatti individuato qui co­
me terminus ad quem di un ideale itinerario
neoplatonico, cui lo Hillman degli anni ’70
era interessato a riavvicinare il pensiero jun­
ghiano. In questo quadro la stessa categoria
del ‘precorrimento’ non è appesantita filoso­
ficamente, ma sta semplicemente a indicare
il serbatoio e il patrimonio spirituale cui do­
vrebbe attingere un ripensamento della psi­
cologia archetipica secondo Hillman (in se­
guito teorico di una ‘psicologia daimonica’
dagli espliciti e ricorrenti riferimenti neopla­
tonici). Sotto questa luce, Vico «merita l’at­
tenzione di quanti si interessano a Jung so­
prattutto per la sua elaborazione delpensiero
metaforico» (p. 35), per la dottrina degli
«universali fantastici», nonché per l’«inter-
pretazione dei ‘dodici dèi dell’Olimpo’ se­
condo un ‘canone mitologico’ [...]. Un’intra-
presa molto audace [...], che si riallaccia da
un lato [...] all’immaginazione politeistica
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