370
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
39.
K
elley
Donald R., Eclecticism and
thè History ofldeas, in «Journal of thè Hi
story of Ideas» LXII (2001), pp. 577-592.
Probabilmente pochi come Donald Kel
ley sono in condizione di offrire una visione
d’insieme della relazione tra eclettismo e sto
ria delle idee. L’attuale direttore del «Journal
of thè History of Ideas» e autore di numero
si volumi sulla storia della storiografia, in
centra la sua analisi intorno a Victor Cousin,
il quale istituì esplicitamente la connessione
tra l’interesse storico per le idee e l’interesse
filosofico per l’eclettismo, ma ripercorre an
che la lunga e complessa storia di quella con
nessione. Accanto al locus classicus della sto
ria delle idee, Levite eopinionideglieminenti
filosofi di Diogene Laerzio, vi è il locus mo
dernus, la Manuductio ad Stoicam philo
sophiam (1604) di Giusto Lipsio. Cousin tro
va la storia delle idee in Vico, il quale trovò la
historia philosophica doctrinae de ideis in
Brucker (Sn44, § 347); quest’ultimo, a sua
volta, rappresenta il tentativo moderno di al
lontanarsi dal dogmatismo verso una libertas
philosophandi. Kelley suggerisce (sebbene
con delle riserve) un’ulteriore connessione
tra la storia delle idee e il pragmatismo.
[D. M.]
40.
KlTTLER
Friederich, The Plague and
Cholera: The Birth of thè Cultural Sciences
from thèSpirit ofHistoricalPathology, in«Pa-
rallax» VI (2000) 3, pp. 82-91.
L’A. sostiene che lo sviluppo delle mo
derne tecnologie informatiche, consentendo
di utilizzare strumenti che non si è in grado
di comprendere, ha posto in crisi il paradig
ma vichiano della convertibilità del vero con
il fatto, conducendo ad una nozione di ‘Cul
tural sciences’ che implica la necessità di
un’azione pratica che prescinda dalla sua
comprensione.
4 1. LAMACCHIA
Ada, Senso comune e so
cialità in Giambattista Vico, Bari,
Levante,
2001, pp. 77.
Gran parte del dissidio intellettuale fra
Vico e Cartesio si può riportare - come Ada
Lamacchia mostra in più luoghi di questo
agile volume - alle loro divergenze teoriche
circa la questione del senso comune. Trascu
rato dal pensatore francese, non disposto a
riconoscere dignità di conoscenza al verosi
mile, nel cui coglimento invece l’autore del
De ratione indica la sua specifica funzione
gnoseologica (pp. 24-25), il sensus communis
- definito nella Scienza nuova «un giudizio
senz’alcuna riflessione, communemente sen
tito da tutto un ordine, da tutto un popolo,
da tutta una nazione o da tutto il gener uma
no» (Sn44, Degnità XII) - rivela non soltan
to quell’orizzonte di comunanza essenziale
fra l’uomo e l’altro uomo che è fondamento
saldo per l’altrettanto originaria e concentri
ca partecipazione storica intersoggettiva ad
un sapere pratico, indispensabile - in quan
to condiviso - all’orientamento ed alla de
terminazione del libero arbitrio (pp. 69 e 73),
ma denuncia anche in Vico l’attenzione per
una pluralità di metodi conoscitivi rispetto
sa dei diversi oggetti, la cui peculiarità e com
plessità non può essere assecondata, né sol
tanto riconducendola deduttivamente ad
un’unica riduttiva ratio, né soltanto riprodu-
cendola con la mera osservazione, fedele sì
ma dispersiva, e dunque ugualmente ridutti
va. E il caso esemplare della medicina, per la
quale il Vico del De ratione «auspica l’ab
bandono dell’uso esclusivo dell’uno e dell’al
tro metodo» (pp. 27-28 - corsivo mio), ossia
di quello solo «deduttivo-sillogistico» - poi
ché «le malattie sono sempre nuove, diverse
secondo gli ammalati» (De ratione, in G. VI
CO,
Opere, a cura di A. Battistini, Milano,
20013, voi. I, p. 129) - e di quello solo in
duttivo - verso il quale però il filosofo napo
letano sembra qui decisamente proteso -,
che va temperato usando «il sorite» certo, ma
«con molta precauzione» (ivi).
Oltre ad avere una ricaduta pedagogica
- si pensi, infatti, alla famosa tesi vichiana se
condo cui insistere con l’«arida deduzione
analitica» presso discenti troppo giovani, ne
provocherebbe l’impoverimento della crea
tività
(LAMACCHIA,
p. 29) -, l’alternativa an
ticartesiana fra la ragione indagatrice della
verità nella scienza e l’ingegno, sede del sen