AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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sapienza riposta. È poi, in questo caso speci­
fico, che Tocchini attesta come fonte di Car­
li anche il vescovo anglicano William War-
burton, il quale con il suo Thedivine legation
ofMoses (1738-1741) offre «un pesante e tor­
tuoso scritto polemico, un ipertrofico
pamphlet in tre tomi contro tutta quella serie
di correnti di pensiero, panteisti, deisti,free-
thinkers, che contestavano la primazìa ebrai­
ca a vantaggio di quella egizia» (p. 196). At­
traverso un discorso minuzioso e puntuale
l’A. dimostra come Carli si sia servito - è ve­
ro - di temi e spunti dedotti pure da autori
‘poco ortodossi’, ma come però sia sempre
stato fermo al principio di voler conservare
la tradizione. Egli, allora, «deciderà, come
Vico, di difendere e di salvare il monogeniti-
smo culturale e la tradizione d’una antica sa­
pienza ebraica preservata intatta dall’idola­
tria per mano della Provvidenza. Anche per
questa ragione deciderà, ancora come Vico,
ma piuttosto sulla scorta diWarburton, di at­
taccare la vecchia tesi ermetica dell’antichis­
sima sapienzamisterica celata nei geroglifici,
del loro carattere arcano; non se la sentirà,
però, di trarne le conseguenze logiche estre­
me, come invece aveva fatto il vescovo di
Gloucester, smantellando il sistema della sa­
pienza riposta e con lei tutta la tradizione del
pensiero ermetico» (p. 208).
Seguono, di poi, lo studio di Eugenio Di
Rienzo («Bellum civile» e «Iustum bellum».
Contributo al lessicopolitico europeo dall’an­
tico regime alla Rivoluzione, pp. 209-241),
vera e propria ricognizione sulle trasforma­
zioni lessicali durante l’arco temporale com­
preso tra Antico Regime e Rivoluzione, e il
contributo di Andreas Gottsmann (La parità
linguistica nell'amministrazione del litorale
austriaco, 1848-1918, pp. 243-271) che, con­
centrando l’attenzione sui documenti del-
l’Archivio della Luogotenenza di Trieste, di­
mostra come sia stato imposto e realizzato il
principio di parità linguistica all’interno del­
l’amministrazione statale del Litorale a par­
tire dal 1848 sino alla prima guerra mondia­
le. Hans Goebl (Graziadio Isaia Ascoli, Car­
lo Battisti e il Ladino. Breve controstoria di
unapietra dello scandalodella linguistica a ca­
vallo tra Otto e Novecento, pp. 273-298) illu­
stra le grandi trasformazioni lessicali del XX
secolo, attraverso l’opera dell’Ascoli e di Bat­
tisti, linguisti entrambi attenti allo studio del
ladino, mentre Ulrike Kindl («ImNamen des
Deutschen Volkes»: «In nome del popolo te­
desco». Uso e accezione storica dei concetti di
«Volk» e «Nation» nella lingua tedesca, pp.
299-333) offre un denso e interessantissimo
contributo sul rapporto tra lingua e politica
in Germania nel processo di identificazione
nazionale tra Ottocento e Novecento. Infine
Magda Abbiati (Il linguaggio delle parole.
Aspetti socioculturali del lessico e dei muta­
menti lessicali in Cina, pp. 335-352) ap­
profondisce il mutamento lessicale nella Ci­
na moderna e propone una riflessione che
può essere estesa come considerazione con­
clusiva a tutto lo studio: «Di grande portata
può quindi essere il contributo degli studi
linguistici all’indagine nei diversi campi del­
le scienze sociali, nella consapevolezza che
l’elemento variabile che alimenta la natura
internamente mutabile della lingua altro non
è che il cambiamento sociale» (p. 352).
[A. Scogn.]
45.
LlVOV
Gabriel, Corporalidady poder
en la Scienza nuova de 1744, in «Cuadernos
sobre Vico» XV-XVI (2003), pp. 65-100.
Un saggio articolato e complesso che mi­
ra a ricostruire la storia del legame, nel Vico
maturo, tra corpo e politica, partendo dalla
convinzione che «es posible la polìtica en Vi­
co porque hay cuerpo» (p. 89). Dopo una pre­
liminare e utile introduzione sulla considera­
zione dell’atteggiamento moderno nei con­
fronti della relazione tra corporeità e potere -
«la modemidad naciente impone un nuevo
canon delo corporal, consecuencia de unpro­
ceso generai de individualizaciòn y laiciza-
ciòn» (p. 66) - viene dichiarata subito l’inten­
zione d’indagare sul nesso tra istituzioni so­
ciali e corpo nell’edizione del 1744 dellaScien­
za nuova. E lo studio parte direttamente dal
rapporto tra storia sacra e storia profana, ov­
vero dal rapporto tra corpi normali e corpi gi­
ganteschi, definendo le categorie di propor­
zione/dismisura e normalità/anomalia come
descrittive dei due regimi corporali per eccel-
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