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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
riografico entro il quale va letta una natura
umana unitaria. Alla luce di ciò, l’eurocen­
trismo di Vico e le sue osservazioni a propo­
sito delle società non-Europee mostrano la
difficoltà di sviluppare un’antropologia plu­
ralista sulla base della sua intuizione che le
pratiche sociali devono essere interpretate in
relazione alla società in cui operano, prima
che possano essere pensate come universali.
[D. M.]
59. P
erlina
Nina, Vico’sConceptofKnow-
ledge as an Underpinning ofDostoevsky’s Ae-
sthetic Historicism, in «Slavic and East Euro-
peanJournal» XLV (2001) 2, pp. 323-342.
Muovendo dalla probabile recezione di
Vico da parte di Dostoevskij attraverso il ro­
manticismo francese e in particolare Miche­
let e Guizot, l’A. esamina le affinità temati­
che tra il filosofo italiano e il romanziere rus­
so. Perlina si concentra su quelle nozioni
condivise dal «senso comune»: nella subli­
mazione dell’individuo in un gruppo, nell’i-
somorfismo di famiglia e stato, nelle leggi ge­
nerali dello sviluppo organico e nazionale,
nel fondamento della cultura e della struttu­
ra sociale quali forme naturali di auto-espres-
sione. Perlina suggerisce che alla luce di Vi­
co possiamo comprendere le innovazioni di
Dostoevskij nei generi di scrittura - il suo in­
teresse per ‘note’ e ‘diari’, ad esempio - co­
me indagini sul modo in cui le esperienze in­
dividuali crescono sino ad istituire una for­
ma sociale. L’A. precisa comunque di non vo­
ler sostenere l’esistenza di uno specifico
«subtext vichiano in Dostoevskij» (p. 332).
[D. M.]
60.
PISANI
Salvatore, Probleme im Me­
dium der Anschauung: Giambattista Vicos
‘Wahrer Homer’ im Frontispiz der Scienza
nuova, in «Artibus et historiae» XXIV
(2003) 47, pp. 219-230.
L’interessante contributo di uno storico
dell’artegettaluce sull’importante ruolo avu­
to da Domenico Antonio Vaccaro (1678-
1745) nella realizzazione del frontespizio
della Scienza nuova. L’A. sottolinea la parte­
cipazione di Vaccaro rispetto alle tre imma­
gini dell’occhio di Dio, della Metafisica e di
Omero, sulla scia del suo maestro Francesco
Solimena (1657-1747), il cui Enea del dipin­
to del 1714 (Enea eDidone si inoltrano verso
la grotta) sembra rimandare all’espressione
«estatica» della Metafisica (Sn44, capov. 2).
L’influenza di Vaccaro si manifesta inoltre
nella rappresentazione atipica di un Omero
che non corrisponde affatto alle convenzioni
allegoriche. L’A. intende dimostrare che l’ar­
tista si sia deciso a sottolineare, in luogo dei
tradizionali motivi descrittivi quali la cecità e
il canto di Omero, la «povertà» dell’aedo co­
me motivo iconografico centrale (Sn44, ca­
pov. 878).
[S. W.]
61.
P
ompa
Leon, recensione a G. VICO,
UniversalRight, tr. and ed. by G. Pinton - M.
Diehl (Amsterdam-Adanta G. A., Rodopi,
2000), in «Eighteenth Century Studies»
XXV (2002) 2, pp. 306-307.
62.
RATTO
Franco, fJJn filòsofo cartesia­
no precursor de Giambattista Vico? Gregorio
Caloprese entre Hobbes y Vico, in «Cuader­
nos sobre Vico» XIII-XIV (2001-2002), pp.
205-231.
Sono due le ipotesi di lavoro seguite dal-
l’A.: la prima si riferisce a Hobbes come in­
terlocutore non citato di Gregorio Calopre­
se (sebbene molte delle argomentazioni del
napoletano si rivolgano contro la dottrina
politica del filosofo inglese); la seconda - le­
gata alla precedente - individua una singola­
re convergenza tra il pensiero di Caloprese e
quello di Vico. Con ciòRatto non intende po­
stulare una presunta ‘dipendenza’ di Vico da
Caloprese, ma piuttosto rilevare come pro­
babilmente il filosofo napoletano abbia assi­
milato molte delle problematiche sollevate
dalle questioni dibattute da Caloprese. Per
questo, dichiara l’A., «es necesario recordar
1...,370,371,372,373,374,375,376,377,378,379 381,382,383,384,385,386,387,388,389,390,...402