AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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que las ‘lecciones’ impartidas en la Academia
abarcan un breve periodo que va de 1698 a
1701, contemporàneo a la redacción de las
primeras tres Orazioni de Vico. En la Vita, el
mismo napolitano, después de aber recorda-
do la importante functión cultural desarrol-
lada por la Accademia di Medinaceli, en el
Nàpoles de fines del seiscientos, refiriéndo-
se aCaloprese senala haber tenido con él par­
ticulares relaciones de estima, a pesar de que
fuese un ‘gran filòsofo cartesiano’» (p. 205).
L’A. articola il proprio discorso in nuclei
tematici ed estrapola dalle lezioni di Calo-
prese argomenti e assunti, verificandone poi
le ricadute in particolar modo sul pensiero di
Vico e inmisuraminore su quello di Hobbes.
I principali motivi sui quali si sofferma sono
Provvidenza, ingegno - immaginazione -
fantasia, stato di natura, passioni, libero ar­
bitrio, conato, utilità. Per quanto concerne il
filosofo inglese l’A. rilegge in Caloprese oltre
gli echi dell’hobbesiano homo homini lupus
e del bellum omnium contra omnes, anche
l’attenzione nei confronti delle passioni (so­
prattutto verso il timore), il carattere inso­
stenibile dello stato di natura e la conse­
guente necessità di dar vita a un potere che
garantisca sicurezza atutti gli uomini. Per Vi­
co, invece, Ratto mette in luce i numerosi ri­
chiami tra itemi discussi da Caloprese e i luo­
ghi posti dal filosofo al centro della propria
indagine speculativa. Tale nesso lascerebbe
emergere un dato inconfutabile, e cioè il fat­
to che Vico si inserisce pienamente nell’am­
bito della discussione culturale del suo tem­
po. Per citare un solo esempio: «la provivi-
dencia, presente en las cuatro lectiones de
Caloprese y entendida por él no corno dog­
ma religioso sino, principalmente, corno
principio y fundamento del actuar de los in­
dividuos y de la realidad toda, a la naturale-
za vista corno orden, desde el conato hasta el
lenguaje por no decir del continuo recurso a
los ejemplos históricos [...]; recordemos
también el pasaje de las selvas y los bosques
a la vida civil; la critica al utilitarismo y la im­
portanda atribuida al ingenio y a la imagi-
narfon fantàstica» (p. 224).
[A. Scogn.]
63.
RATTO
Franco, recensione a M.
DA­
NESI,
Lingua, metafora, concetto: Vico e la lin­
guistica cognitiva (Bari, Edizioni dal Sud,
2001), in «Revista de Filosofia» XXXVIII
(2001) 2, pp. 112-114.
64.
RICCI
Gabriel, Time Consciousness:
The Philosophical Uses of History, New
Brunswick, Transaction-Pub, 2002, pp. 371.
L’A. individua e analizza un filone di
pensiero che va da Vico ad Heidegger, volto
a sottolineare e valorizzare i fondamenti sto­
rici della conoscenza, contrapponendosi alla
sostanziale svalutazione degli aspetti sensibi­
li e corporei dell’esistenza umana che carat­
terizza la metafisica tradizionale.
65.
ROCKMORE
Tom, recensione aIImon­
do di Vico/Vico nel mondo, a cura di F. Ratto
(Perugia, Guerra, 2000), in «Forum Itali­
cum» XXXV (2001), pp. 281-283.
66. ROSSI
Paolo, bambini, sogni, furori.
Tre lezioni di storia delle idee, Milano, Feltri­
nelli, 2001, pp. 167.
I
testi all’origine dell’interessante libro di
Paolo Rossi sono nati - come chiarisce l’A.
néA’Avvertenza - in occasioni e tempi diver­
si, e se a prima vista il legame fra i tre termi­
ni del titolo può apparire tenue, esso di cer­
to non si rivela inconsistente. L’A., infatti, ri­
scontra non solo che i sogni hanno un lega­
me molto profondo con l’infanzia e che spes­
so parlano di essa, ma anche che avolte le co­
se dette dai bambini possono essere inter­
pretate come avvicinabili a un oracolo. An­
cora: «si sa che gli oracoli hanno a che fare
con i divini furori. E si sa anche che l’awici-
namento tra gli infuriati o i ‘pazzi’ e i bambi­
ni è stato, in certi tempi e per certi autori, ad­
dirittura un luogo comune» (p. 7). Nel pri­
mo capitolo, dedicato all’immagine del bam­
bino nella cultura moderna, l’A. mette in evi­
denza come l’entità che noi chiamiamo «il
bambino» abbia cominciato ad esistere solo
in epoca molto recente, visto che non solo la
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