AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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con la vichiana «storia ideale eterna». La co­
mune prospettiva del fondamento della ra­
gione storica moderna nella «ragione narrati­
va» fornisce il filo rosso per comprendere l’in­
tima struttura del linguaggio della storia. Nu­
clei tematici forti del pensiero di Ortega, qua­
li la storicità della natura umana e la critica
della ragione astratta, vengono accostati dal-
l’A. allo sforzo vichiano di rendere partecipe
il lettore dell’eterna processualità storica e
della conoscibilità delle sue individualizza­
zioni concrete grazie ad un modello narrato-
logico che dà ragione della trama nascosta
dell’agire umano, perché è esso stesso risul­
tante dal farsi concreto della vita e della na­
tura comune degli uomini e delle loro storie.
[R. M.]
73.
SEVILLA
José M., Vico en Eugenio
Imaz, in «Cuadernos sobre Vico» XV-XVI
(2003), pp. 233-252.
Il ricordo della figura e dell’opera di E.
Imaz (1900-1950), «un ombre de pensamen­
to y acción a quien la cultura hispànica debe
mas de lo que apparenta» (p. 233), offre
spunti di interesse per ricostruire il contri­
buto dell’intellettuale spagnolo alla penetra­
zione del pensiero vichiano nella cultura la-
tino-americana del XX secolo. L’A. ripercor­
re la biografia intellettuale di Imaz, esule nel
1939 in Messico, dove svolse un’intensa atti­
vità di traduttore, promotore e collaborato­
re a riviste letterario-filosofiche, autore di
una monografia su Dilthey e di una cinquan­
tina di articoli e note per collane editoriali, e
sottolinea come l’interesse per Vico scaturi­
sca dalla formazione filosofica dell’intellet­
tuale spagnolo formatosi intorno a cinque
autori: Vico, Comte, Hegel, Dilthey, Croce,
ai quali si aggiungeranno poi Collinwood, e
Dewey. Sevilla sottolinea la stretto legame in
Imaz di impegno civile e riflessione intellet­
tuale articolata intorno ai temi della moder­
nità e della sua crisi con un particolare rife­
rimento ai totalitarismi politici, dello storici­
smo filosofico e dell’«umanesimo integrale».
Quanto agli interessi vichiani di Imaz, l’A.,
dopo aver sottolineato l’importanza della In­
troduzione a Vico del 1942 nel contesto della
recezione di Vico nella cultura ispanica, si
sofferma su vari spunti vichiani presenti nel­
le riflessione dello studioso spagnolo per tut­
ti gli anni Quaranta (la sua «década historici-
sta», p. 245) segnati dal riorientamento del
precedente approccio a Vico, in un primo
tempo legato dall’interpretazione di Croce, a
seguito dell’approfondimento delle opere di
Dilthey e Meinecke.
[R M.]
74.
SOMMER
Andreas Urs, Geschichte
und Grenzziehungen. Zur Genese der Geschi-
chtsphilosophie, in Grenzen und Grenziiber-
schreitungen: XIX. Deutscher Kongress fiir
Philosophie. 23-27. September in Bonn. Sek-
tionsbeitràge, hrsg. W. Hongrebe, Bonn, Sin­
clair P„ 2002, pp. 807-816.
L’A. indaga sulla ‘preistoria’ della filoso­
fia della storia speculativa-universalistica e
delinea la metamorfosi graduale del concet­
to di storia durante il Settecento, nel passag­
gio da un’idea unitaria di origine teologica a
un concetto secolare-filosofico di totalità che
incorpora tutte le storie. Analizzando questo
sviluppo - a partire dalla storiografia teolo­
gica cattolica del tardo Seicento (Tillemont,
Bossuet), attraverso il pietismo protestante
(Edwards, Arnold) - l’A. si sofferma sugli
sforzi filosofici di Bayle, Bolingbroke e Vico
intorno al concetto di storia; quando, cioè, si
manifesta, da una parte, la dissoluzione del
concetto tradizionale teologico, mentre dal­
l’altra ci si prepara già alla filosofia di storia
speculativa-universalistica del tardo Sette­
cento (Turgot, Islins), la quale troverà il suo
concetto chiave nell’idea di progresso.
Il concetto vichiano di storia è rappre­
sentativo di questa fase transitoria (p. 812);
in esso si rinvengono ancora elementi di
struttura teologica (la ‘Prowedenza divina’),
tuttavia profondamente trasformati (concet­
to ciclico della storia). Ugualmente, soprat­
tutto con il verumfactum, il significato della
storia va oltre le premesse teologiche: Vico si
dedica specialmente alla storia profana, da
lui intesa come un tutto interpretato, per cui
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