AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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per essere stato l’autore di un distico latino,
composto per la biblioteca del principe di
Tarsia (p. 93 e n.). Con quest’ultima istitu­
zione è messa opportunamente in relazione
la fortuna dell’opera più nota del filosofo,
come testimonia il massone, filologo e teo­
logo danese Friedrich Mùnter che, in visita
a Napoli, nel 1785, ricorda di aver consulta­
to quel «libro pieno di dottrina, di genio e
d’immaginazione, ma anche di stranezze,
mescolate di qualche misticismo» (p. 119 e
n.). Ma l’attenzione per gli scritti di Vico non
attenua il giusto rilievo concesso all’«assi-
duo frequentatore» della Biblioteca Orato-
riana dei padri Filippini, considerati come
«gli interlocutori più disponibili e ricettivi
all’esigenza di un continuo potenziamento
del patrimonio librario» (p. 326). Un giudi­
zio che l’A. opportunamente correda, ricor­
dando l’invito all’acquisto della celebre li­
breria del giurista Giuseppe Vailetta, saluta­
to con soddisfazione dall’autore àeWAuto-
biografia alla cui competenza bibliografica
«si deve non solo l’apprezzo della biblioteca
vallettiana», ma anche la consulenza per il
«travaglio del Catalogo» (p. 335 e n.), sem­
pre inaccessibile fino all’Unità ed oltre, per
la decisione del re Ferdinando di accogliere
formalmente, nel 1815, la reiterata istanza
dei Filippini, riconoscendo l’inviolabilità
della proprietà acquisita e, perciò, la sua
chiusura al pubblico (pp. 355-356).
[F. L.]
80.
V
anhaelemeersch
Philip, ]ean Le
Clerc and Giambattista Vico: From «Prote-
stant Euhemerism» to «Historical Mytho-
logy», in «Bulletin de l’Institut historique
belge de Rome» LXXII (2002), pp. 109-147.
Intento dell’A. è proporre un confronto
tra r«evemerismo protestante» di Le Clerc
e la «mitologia storica» di Vico, alla luce del­
la seguente premessa: «[Le Clerc] and Vico
are euhemerists to thè extent that, as Euhe­
merus, they relate mythic figures to actual
historical person. But neither Le Clerc nor
Vico simply apply euhemerism: Le Clerc’s
search for thè historical truth behind myth
was theologically motivated, whilst Vico’s
interest remained that of a scholar of law»
(p. 111).
Le Clerc - chiarisce Vanhaelemeersch -
formula i principi dei suoi studi sull’origine
e sul significato da attribuire al mito, in un
articolo pubblicato in Bibliotèque universa­
le et historique dal titolo The Temporum
Mythicorum Historia (voi. I, 1686, pp. 245-
279), mentre la recensione al De Diis Syris di
John Selden (inBibliothèquechoisie, voi. VII,
1705, pp. 80-146) gli offre la possibilità di
meglio definire alcune osservazioni su storia
e storiografia in relazione ai racconti mitici.
Lo studio del passato mitico e quello degli
autori dei poemi epici sono visti dal recenso­
re olandese in funzione della verità nel suo
emergere storico: i miti, così come i poemi
epici di Omero e di Virgilio, il più delle vol­
te derivano da una storia «mal entendue au
embellie de circostances fausses» (p. 112),
senza avere alcun intento didascalico, e sono
stati tramandati più per «divertire» che per
«istruire». Tappe salienti del processo stori­
co sono allora per Le Clerc gli eventi della
storia ebraico-cristiana, quali la costruzione
del tempio di Gerusalemme, la liberazione
del popolo ebraico dalla prigionia babilone­
se, la nascita di Cristo, la conversione di Co­
stantino, il sacro romano impero. Vico, di
contro, accanto alla cronologia tradizionale
ispirata ai modelli biblici, inserisce una cro­
nologia «laica», che si richiama ai principia
humanitatis e chemette in primo piano la sto­
ria delle nazioni e dei loro progressi, dallo
stato ferino sino al consorzio civile. Così, an­
che il mito nell’ambito dell’esegesi vichiana
assume un significato nuovo: «In Vico» di­
chiara l’A. «myth and thè long lost mythic
mode of thinking have been rehabilitated»
(p. 130). Le Clerc e Vico costituiscono per
Vanhaelemeersch due momenti importanti e
consecutivi di un lungo processo, nel quale
indiscusso merito del filosofo napoletano è la
riabilitazione dell’immaginazione: «Up to Le
Clerc historical inquiry carne to a halt short
ofmyth. Myths were defined in terms ofwhat
they were not. Being thè product of popular
imagination, one thing they were thought
certainly not to be was history. Le Clerc’s in-
terprétation historique restored history to thè
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