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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
genere). Vico è stato spinto a immaginare ta
le presupposto per risolvere l’antinomia del
la nascita - intesa come evoluzione - della so
cietà pagana ‘civile’, da una condizione di
primitiva ferinità, senza l’aiuto divino. Dopo
il Diluvio universale, i figli di Noè caddero in
uno stato di profondo degrado, in cui ogni
distinzione tra pensiero e sentimento, istinto
e volontà, azione e atto era assolutamente im
possibile: «in questa condizione di completa
degenerazione, sia fisica che morale e spiri
tuale, non esiste nemmeno la possibilità di
raggiungere la regolarità della mera esistenza
animale, dal momento che la presenza in ta
li bestioni di un animo umano, per quanto
degenerato, permette ciò che per gii altri ani
mali è impossibile, cioè l’errore tipicamente
umano che consiste nel confondere l’imma
ginazione con la realtà» (p. 515). Sulla base
delle sole emozioni primarie di libidine e
paura, i mostruosi bestioni stabilirono istitu
zioni, credenze e pratiche sociali, sulle quali
sarebbero poi state fondate le grandi civiltà
pagane della Cina, Assiria, Egitto, Grecia e
Roma. Ciò era potuto accadere perché que
sti bestioni erano capaci di un particolare er
rore creativo, per mezzo del quale proietta
vano sui fenomeni naturali gli equivalenti fi
gurati degli intensi stati emotivi che prova
vano. Alla luce di tale considerazione, l’A.
delinea alcune delle ricadute del tentativo di
Vico di «rendere conto dell’auto-costruzio-
ne umana degli antenati delle nazioni paga
ne» (p. 516) per la comprensione odierna
della produzione del genere inteso in senso
lato. Se istituzioni, credenze epratiche sociali
sono creazioni umane basate su un errore
creativo e su emozioni elementari (di modo
che anche la distinzione tra razionale e irra
zionale necessaria per affermare Futile deve
essere considerata quale costruzione basata
sulle medesime emozioni), istituzioni, cre
denze e pratiche sociali possono subire un
processo critico e quindi una rc-costruzione,
compresa quella che trova fondamento nel
l’opposizione tra ragione e irrazionalità. Ma
qual è il processo che produce i generi so
ciali? Per Vico le cose sono generate attra
verso l’attribuzione di sostanza da parte del
la rappresentazione, e il processo deriva da
ciò che egli chiama ‘logica poetica’; «questo
non vuol dire», conclude White, «che le co
se non esistono o che sono il prodotto del di
scorso, linguaggio, o parola. Vuol dire che lo
sono le loro pretese sostanziahzzazioni. E
questa è la ragione per cui ogni teoria del ge
nere deve nascere da un’analisi - ma da un’a
nalisi desostanzializzante - dei generi del lin
guaggio, della parola, e del discorso. Una si
mile analisi mostrerà sempre come il genere
generi attribuendo sostanze alle cose, ma lo
farà in modo da opporsi a ogni tendenza al
la sostanzializzazione del proprio stesso pro
cesso di produzione» (pp. 518-519).
[A. Scogn.]
90.
WILLIAMS
Marc, Ancient Language
and Mith as New Science: Vico’s Response to
thè Moderns, recensione a
G . MAZZOTTA,
The New Map of thè World: The Poetic Phi
losophy of Giambattista Vico (Princeton,
Princeton U.P., 1998); J. R.
GOETSCH,
The
Geometry ofthe Human World (NewHaven,
Yale U.P, 1995), in «Eighteenth - Century
Studies» XXXV (2002) 2, pp. 301-304.
91.
ZACARÉS
Amparo, La Scienza nuova
y el gusto estètico, in «Cuadernos sobre Vi
co» XIII-XIV (2001-2002), pp. 253-274.
Il
saggio prende le mosse dalla riflessio
ne estetica del XVII e XVIII secolo, in par
ticolare dalla «discussione intorno ai princi
pi estetici [...] nella querelles des anciens et
des modernes» e dalla «riscoperta del nucleo
emotivo latente nell’immaginazione come
‘vis’ creatrice». In questo quadro Vico, con
la suanozione di «fantasia», è individuato co
me il pensatore che ha delineato una «forma
di approssimazione al fenomeno estetico e al
fatto artistico da cui procede, in gran parte,
l’attuale revival dell’ermeneutica in diversi
campi del pensiero, della critica e delle arti»
(p. 253). Addentrandosi nel dibattito sulla
questione omerica, sui principi e le regole del
bello artistico e nella pratica dell’interpreta
zione letteraria in Vico, esemplificata dalla
sua lettura di Dante, l’A. pone l’accento sul
carattere rivoluzionario rispetto alla poetica