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ENRICO NUZZO
eterna», come di «tutte le nazioni ne’ loro sorgimenti, progressi, stati, de
cadenze e fini»7.
Tale ritmo si può leggere negli scritti vichiani della maturità dettato se
condo diverse successioni di sequenze. Tra di esse le più ristrette prevedo
no una serie di tre sequenze, ed esse - a guardar bene - riguardano so
prattutto l’interno essenziale sviluppo
naturale
della mente umana, secon
do un processo di natura eminentemente psicologica sul quale già la cultu
ra filosofica europea (con Locke, o con lo stesso Malebranche, ad esempio)
aveva appuntato la sua attenzione: si tratta delle fasi, delle «età», della «men
te» e quindi di quelle correlative dell’umanità, che si danno secondo i mo
menti del «prima», del «dappoi» e del «finalmente». Secondo la celebre
degnità, «gli uomini prima sentono senz’awertire, dappoi awertiscono con
animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura»8.
Le più estese, e comuni, delle serie prevedono per lo più da cinque a
sette (anche sei) sequenze, riguardando la complessa costellazione dei
fenomeni che vanno dalla fenomenologia delle passioni e dei comporta
menti, costumi umani dinanzi alle ‘occasioni’ da loro poste dall’urgenza
di rispondere sia, innanzitutto, alle «necessità» e «bisogne» che nasco
no dalle esigenze di rapportarsi alla natura per soddisfare le proprie ne
cessità di conservazione, sia alla dimensione intersoggettiva e quindi ci
vile del vivere umano: secondo i momenti, ad esempio, del «prima»,
«poi», «quindi», «più a noi», «più oltre», «finalmente»9.
Ma la serie più di altre probabilmente paradigmatica è quella poco fa
richiamata - largamente diffusa dal modello ‘polibiano’della vicenda na
turale delle forme politiche - delle cinque sequenze, per le quali, se
guendo la «storia ideale eterna», «corrono in tempo tutte le nazioni ne’
loro sorgimenti, progressi, stati, decadenze e fini»10. Tale modello ‘se
micircolare’, ‘parabolico’, viene da Vico in special modo assunto per rap
presentare la traiettoria delle forme politiche e, prima ancora, dei «co
stumi», nel tragitto che li conduce dalle originarie forme di spontanea
religiosità, frugalità, lealtà, al polo opposto dell’artificiosità, della dissi
pazione, della slealtà, etc.: traiettoria la cui profonda conoscenza era es
senziale per poi chiamare ad intervenire su di esse le «pratiche», compi
to fondamentale della «scienza nuova».
7
Sn44,
245, p. 520.
8
Ibid.,
218, p. 515.
9
Ibid.,
243, p. 520.
10Per inciso, sarebbe da approfondire il tema dell’atteggiamento complessivo di Vico nei
confronti di Polibio, autore da lui giudicato - nonostante le molte critiche mossegli, in ispecie
accomunato aBayle per la formulazione dell’empia ipotesi di una società di atei virtuosi - «scrit
tore sappientissimo di repubbliche» (cfr.
Sn44,
285, p. 529).