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MAURIZIO MARTIRANO
le tappe dell’incivilimento umano e della direzione politica da dare a ta­
le difficile e complesso percorso. Su tali problematiche non si deve di­
menticare la grande influenza esercitata dalla riflessione di Romagnosi,
il quale traeva da Vico e dal vichismo genovesiano alcuni nuclei teorici
fondamentali della sua teoria dell’incivilimento5, centrata sulla distin­
zione tra la «natività» e la «datività» del progresso delle nazioni verso il
perfezionamento, che talvolta si intrecciano insieme formando il tipo del
cosiddetto incivilimento «misto», che lo conduceva ad insistere in par­
ticolare sull’esistenza di una forza unitaria naturale, capace di promuo­
vere il lento e graduale sviluppo umano.
2. Si può concordare con il giudizio secondo il quale Giuseppe Ferra­
ri ha cercato in linea di principio di elaborare una concezione filosofica e
politica che fosse in grado di agire concretamente sulle condizioni sociali
e politiche italiane6, anche se poi il limite principale della sua dottrina sta
nell’aver delineato i tratti di una ‘ideologia’ rimasta marginale nello sce­
nario italiano, incapace di partecipare e di incidere sul processo di unifi­
cazione7. Ad ogni modo quell’esigenza di fondo lo spingeva a contrapporsi
a qualunque concezione astratta e schematica, capace solo di rendere im­
mobile la situazione politica dell’intera penisola, per richiamarsi, invece,
allo studio attento dei problemi politici e sociali nell’età delle rivoluzioni
borghesi, per cui, se si vuole indicare un tratto comune nello sviluppo fra-
stagliato e complesso del suo pensiero, esso è dato dalla centralità del pro­
blema della formazione di una cultura nazionale, espressione di forti e pre­
cise esigenze popolari, ed intesa come intimamente legata alle tendenze
europee. Per questo il suo interesse è sempre rivolto, da un lato, alla tra­
dizione sperimentalistica del pensiero italiano, che attraverso il Rinasci­
mento/Risorgimento aveva dato un contributo eccezionale a risollevare le
sorti dell’intera cultura europea e il cui apice è rappresentato dalla rifles­
sione di Vico, dall’altro, alla filosofia francese esperta, grazie in particola­
re al saint-simonismo e all’influenza ancora esercitata dalla filosofia dei lu­
mi, delle problematiche legate ad una rinnovata idea di filosofia della sto­
ria, volta ad indagare l’esistenza storica della borghesia e a raffigurare la
storia francese, in particolare medievale, come una lotta di classe, come
5 Cfr. G.
ROMAGNOSI,
Dell’indole e deifattori dell’incivilimento con esempio del suo ri­
sorgimento in Italia,
Milano, 1832. Della vasta bibliografia romagnosiana ricordo solo il re­
cente contributo di
R. GHIRINGHELLI,
Modernità e democrazia nell"altro’ Risorgimento. Stu­
di romagnosiani,
Milano, 2002.
6 Cfr. C.
D ’A
mato
,
Laformazione di GiuseppeFerrari e la cultura italiana della prima metà
dell’800,
in «Studi storici» XII (1971) 4, p. 714.
7 Cfr. Id.,
Ideologia epolitica in Giuseppe Ferrari,
in «Studi storici» XI (1970) 4, p. 749.
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