VICO IN ALCUNI MOMENTI DELLA TRADIZIONE RISORGIMENTALE ITALIANA
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conoscenza della natura storica delle classi8. Non è qui possibile accenna­
re all’intricato tema del rapporto tra le
lumières
e il pensiero francese del
primo Ottocento, piuttosto interessa mettere in luce come per Ferrari (ma
anche per altri esponenti del pensiero italiano), nell’epoca dell’awenuta
Restaurazione, il posizionarsi a favore del sensismo e delT‘ideologia’ fosse
anche una dichiarazione politica volta a mettere in luce la necessità di fon­
dare una scienza dell’incivilimento umano sul metodo baconiano, e dun­
que capace di porsi dinamicamente in rapporto con la molteplicità degli
aspetti che costituiscono il processo della vita socievole, da quelli storici a
quelli politici, da quelli economici, a quelli religiosi etc., tracciando i li­
neamenti per la costituzione di una nuova società. Infatti, uno dei nuclei
centrali della riflessione ferrariana, nella quale i motivi eclettici iniziali la­
sciano ben presto il posto ad altri elementi teorici (come il già citato saint-
simonismo e, in seguito, il proudhonismo), sta nell’esigenza di liberare la
cultura italiana dai lacci della metafisica per elaborare una nuova strategia
politica capace di attrarre le classi popolari nella rivoluzione contro il Pa­
pato e contro l’Austria. Tali aspetti saranno autonomamente e original­
mente elaborati soprattutto dopo il 1848 quando, grazie soprattutto al­
l’influenza di Proudhon, Ferrari si schiererà apertamente contro la filoso­
fia eclettica, contro il rosminianesimo, il giobertinismo e il mazzinianesi-
mo, diversamente intendendoli come elementi che hanno causato il falli­
mento rivoluzionario, per orientarsi verso un progetto politico e cultura­
le che troverà il suo esito ne
La federazione repubblicana
e ne
La filosofia
della rivoluzione.
Tuttavia, anche riconoscendo all’interno dell’itinerario
ferrariano motivi che agiscono in maniera contrapposta, è possibile indi­
viduare alcuni nuclei che resteranno costanti nella sua riflessione e che so­
no molto vicini alle problematiche romagnosiane e vichiane.
Pur facendo parte, come si accennava, di una generazione che uscirà
sconfitta dal processo di unificazione nazionale, Ferrari ha agito su mol­
ti esponenti della cultura italiana, come per esempio Bertrando Spaven­
ta, Francesco De Sanctis e tanti altri che qui non è possibile citare. Ba­
sta pensare alla tesi, in realtà già elaborata dagli esuli della rivoluzione
napoletana del ’99 e fatta propria anche da autori importanti della cul­
tura francese, del Vico precursore, ma anche ultimo rappresentante del­
la cultura cinquecentesca, la quale trova ampia diffusione nella tradizio­
ne europea, il che significa che viene presentata in embrione la nota ar­
gomentazione spaventiana della circolazione europea della filosofia ita­
liana rinascimentale. A questo proposito non va taciuto il fatto che l ’i­
dea del Vico anticipatore è sostanzialmente diversa da quella sviluppata
8
Ibid.,
p. 711.
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