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MAURIZIO MARTIRANO
problema del rapporto barbarie-civiltà, senso e intelletto, viene posto fa­
cendo leva sui temi dell’immaginazione, della poesia e della religione, va­
le a dire quegli elementi che sembrano caratterizzare un’immagine del­
la sapienza del genere umano unitaria e articolantesi nei momenti della
ragione e della fantasia, secondo la nota sentenza per cui «si possono
quelli [i poeti] dire essere stati il senso e questi [i filosofi] l ’intelletto del
genere umano»12. E poiché nello stadio iniziale della civiltà agiscono, co­
me abbiamo visto, le idee, si può ipotizzare che, secondo Ferrari, negli
uomini operi una ragione inconscia che poi diventa conscia, la quale, at­
traverso il ricorso ad «un ’armonia prestabilita», concilia Platone con la
teoria sperimentale dell’induzione e della generalizzazione baconiana,
elementi razionali e fattuali. È, dunque, evidente il richiamo ad un prin­
cipio che promuove l ’incontro tra la verità e la certezza, per cui nell’uo­
mo ritroviamo tutte le idee e «i caratteri poetici e le leggi democratiche
saranno delle idee innate e delle generalizzazioni, delle rivelazioni intel­
lettuali e dei prodotti dell’induzione». L’autorità della e nella storia non
è separabile dalla ragione, la volontà delle nazioni e degli uomini è sem­
pre legata alla legge dell’intelletto, di modo che, nella prospettiva ferra-
riana, sussiste una stretto rapporto tra Platone e Vico, nel riconoscimento
che per il filosofo napoletano l’attività riflessiva degli uomini è precedu­
ta da quella oscura del senso, nella quale agiscono le idee platoniche, le
cause che consentono, a livelli diversi, di fare le umane verità.
Sono numerosi i luoghi che si potrebbero ancora richiamare per di­
mostrare l’influenza della filosofia vichiana13, la quale agisce anche nel­
la critica che Ferrari muove all’assoluto metafisico della ragione astratta
assumendo, invece, la centralità dell’agire pratico, della fattualità stori­
ca, saputa attraverso il riconoscimento del verosimile, del senso comune
che si pone tra il vero e il falso. La filosofia della storia ferrariana, attac­
cando sia le ideologie prowidenzialistico-escatologiche sia quelle mate­
rialistiche, riconosce nella storia ideale eterna vichiana una concezione
della storia fondata sul progresso e sullo sviluppo delle idee, e dunque
caratterizzata da una continua tensione alla libertà e alla giustizia vissu­
ta nella consapevolezza del rischio dell’errore e della caduta. Proprio sul­
la scorta di una tale visione, Ferrari può, infatti, indicare la ‘progressi­
vità’ e la ‘regressività’ dei sistemi sociali mettendo in luce la prospettiva
di una ‘associazione universale’, che è il principio dell’umanità implici­
12 G. Vico,
Princìpi di scienza nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni,
in
Ope­
re,
2 voli, a cura di A. Battistini, Milano, 1990, voi. I, p. 560.
13 Sul vichismo ferrariano sia consentito rimandare al mio
Giuseppe Ferrari editore e in­
terprete di Vico,
Napoli, 2001.
1...,54,55,56,57,58,59,60,61,62,63 65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,...402