VICO IN ALCUNI MOMENTI DELLA TRADIZIONE RISORGIMENTALE ITALIANA
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to in ogni uomo e in ogni nazione. Certo, per il pensatore milanese, Vi­
co costituisce pur sempre un momento, per quanto essenziale, di una
teoria della storia ideale eterna, giacché se per il filosofo della
Scienza
nuova
l ’elemento determinante è costituito dalla nazione, per Ferrari l ’e­
voluzione dei popoli verso la civiltà è un momento di una storia che co­
nosce anche una fase ulteriore, nella quale è rintracciabile una forma
‘utopica’ contrassegnata da un’esigenza di libertà e di giustizia che, osta­
colata da quei sistemi che ne bloccano il cammino, gli consente di ela­
borare un progetto politico di tipo federativo sempre calato nella con­
tingenza storica. Ma ciò che interessa mettere in luce è come agisce una
interpretazione di Vico per la quale la storia deve essere intesa come luo­
go di contrasti, di conflitti di forze, dove l ’utile diventa l’occasione per
relazionarsi al mondo esterno e dove l ’accento cade sulle modalità del
fare umano, connesse ad un’idea della realtà come continuo mutamen­
to, che allontana il vero come pretesa assoluta per intenderlo come pra­
tica della soggettività umana. Da ciò deriva quell’atteggiamento volto al
rifiuto critico dello stato esistente a favore di una concezione politica e
sociale dinamica e in continua trasformazione, per cui in Ferrari la sto­
ria ideale deve diventare storia sociale, e la socialità il collante del pro­
gressivo incivilimento degli uomini. In tal senso, se Vico riconosce al­
l ’ordinamento provvidenziale il compito di attuare un ordine nella sto­
ria sorretto appunto dalla norma ideale della Provvidenza, Ferrari affi­
da alla Provvidenza la risposta alle contraddizioni della realtà e recupe­
ra la prassi umana come il fondamento della storia, dove è la socialità che
ne promuove il cammino. Tuttavia, anche in questo ambito la dimensio­
ne ideale non va disgiunta dalla considerazione empirica, che nella
Filo­
sofia della rivoluzione
si apre ad uno studio dell’uomo nella sua fisicità
primaria, vale a dire in quella sfera che la valenza storico-sociale contie­
ne dentro di sé come suo ‘prima’ e che collega la dottrina ferrariana al­
la conoscenza della dipendenza naturale degli uomini e del loro asso­
ciarsi.
Nello spazio riservato alla filosofia della storia, che nelle ultime ope­
re di Ferrari si dilata fino ad una vera e propria storia universale che pren­
de in considerazione anche la Cina, si gioca l ’avvenire della nazione ita­
liana, in quanto proprio la nascita di questa nuova scienza ha rappre­
sentato una delle grandi rivoluzioni dell’Italia che si è contrapposta alla
visione politica della Chiesa e alle tendenze metafisiche e conservatrici.
Da qui, evidentemente, il riconoscimento di una sorta di primato della
tradizione laica italiana inaugurata dal Rinascimento/Risorgimento, epo­
ca nella quale la nascita dei Comuni aveva favorito il dominio della cul­
tura e alla quale, come già accennato, appartiene anche Vico, che, insie-
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