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MAURIZIO MARTIRANO
chiarificatore proprio in Vico, che, come è stato scritto, colloca «il di­
scorso sulla cittadinanza in quel necessario intreccio tra la tendenza al­
l’universalità e generalità dell’ordinamento politico della comunità so-
vranazionale e la storicità determinata che si manifesta nelle
differenze
storico-culturali delle singole comunità»32.
4. In Carlo Pisacane alcuni dei temi dibattuti dalla cultura settecente­
sca sono chiaramente coniugati con la tradizione napoletana intrisa di ele­
menti vichiani e genovesiani, per cui in prima istanza si deve affermare che
l’elaborazione teorica pisacaniana passa per la critica al razionalismo astrat­
to e il conseguente rivolgersi al campo dell’azione, del fatto concreto, che
trova in Vico e nella cultura riformatrice il punto di riferimento principa­
le33. L’influenza del filosofo della
Scienza nuova
è ad ogni modo evidente
nella concezione di filosofia della storia tracciata nel saggio
Sulla guerra
combattuta dall’Italia negli anni 1849-50
e nel successivo
La rivoluzione,
tuttavia essa appare mediata dalle componenti filosofiche napoletane che
hanno fatta propria la genovesiana «filosofia tutta di cose». Al primo dei
due lavori citati Pisacane affida il suo programma rivoluzionario e la pro­
pria concezione socialista che, in particolare dopo il 1848, ha rappresen­
tato uno degli esiti possibili del dibattito apertosi in Italia all’interno del
movimento democratico, differenziandosi dagli sbocchi teorici e pratici
della rivoluzione indicati da Ferrari34. L’esito degli avvenimenti rivoluzio­
nari comportava, per Pisacane, la necessità di una riforma della società fon­
data su una attenta analisi storica delle cause di quel fallimento e si insi­
steva in particolare sul carattere popolare della rivoluzione, attraverso il
quale veniva espressa la fiducia nell’azione delle masse per la trasforma­
zione della realtà storica e politica del paese. Sono aspetti ben noti del pen­
siero politico pisacaniano, incardinato sulla convinzione, giustamente con­
siderata come strettamente connessa al pensiero di Vincenzo Cuoco35, di
dover separare le esigenze e i bisogni popolari dalle istanze astratte segui­
te dai rivoluzionari, per cui, secondo Pisacane, era mancata fino a quel mo­
mento una «rivoluzione delle idee» che avrebbe dovuto precedere la «ri­
32 G.
CACCIATORE,
Il concetto di ‘cittadinanza’ in Giambattista Vico,
in
Pensarpara el nue-
vo siglo. Giambattista Vico y la cultura europea,
cit., voi. II, p. 406.
33 Cfr. L. La Puma,
Ilpensiero politico di Carlo Pisacane
, Torino, 1995.
34 Cfr. S.
ROTA G
hibaudi
,
Il socialismo ‘utopistico’,
in
Storia delle idee politiche, econo­
miche e sociali,
diretta da L. Firpo, Torino, 1972, voi. V, in partic. pp. 223-232; L. RUSSI,
Pi­
sacane e Ferrari: esiti socialisti dopo una rivoluzionefallita,
in
Giuseppe Ferrari e il nuovo Sta­
to italiano,
a cura di R. Rota Ghibaudi e R. Ghiringhelli, Milano, 1992, pp. 261-272.
35 Cfr. F.
TESSITORE,
Cuoco lungo due secoli,
in Id.,
Nuovi contributi alla storia e alla teo­
ria dello storicismo,
Roma, 2002, in partic. pp. 120 sgg.
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