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MONICA RICCIO
1792 ci sono consistenti modifiche e spostamenti20. Pochissimi però, e
di scarso rilievo, nel V Saggio, laddove si tematizzava, e si eludeva nel
contempo, il conflitto sociale come origine del mutamento politico. L’e­
vento della rivoluzione non muta in nulla, su questo punto, la prospet­
tiva paganiana. Ancora identica la legge fisica che governa le cose natu­
rali come le politiche, in un gioco di azioni e reazioni dei corpi che sem­
pre si riequilibra. Sempre, «la violenza è passeggera, e l’ordine è stabile
e costante»21.
Paradossalmente, l’introduzione alla seconda edizione dei
Saggi,
più
direttamente politica, mentre ribadiva la negazione, con gli stessi ma più
sintetici argomenti di Grimaldi dell’uguaglianza tra gli uomini, e dell’u­
guaglianza politica, eliminava proprio quella che era stata sì, nella intro­
duzione alla prima edizione, un’immagine catastrofica - il terremoto del
1783 - ma anche una prospettiva, uguagliatrice, di palingenesi:
I villani e i poveri uomini delle Calabrie, tosto che il timore e lo spaven­
to diè luogo alla riflessione, proruppero in un sentimento di gioia, comin­
ciarono a gridare ‘Ed eccoci ormai tutti uguali e pari, nobili e plebei, ricchi
e poveri’ [...]. Il sentimento della natia uguaglianza si fe tosto la strada nel
petto di que’ miseri villani. Ed ecco perché ai diluvi ed alle catastrofi venne
dietro l’età di Saturno secondo le favole da noi esposte: età di uguaglianza
perfetta, di amicizia, di libertà22.
Cadevano in realtà, negli anni ’90, le speranze di riforme degli intel­
lettuali napoletani che agli inizi degli anni ’80, la monarchia illuminata
di Ferdinando IV aveva nutrito. E stata sottolineata da Galasso, credo a
ragione, la rottura generazionale attraverso cui passò la maturazione de­
gli spiriti rivoluzionari del ’99. La generazione di Pagano si era formata
nel clima dell’illuminismo napoletano, che aveva lungamente meditato
le riforme da proporre alla monarchia, e che anche, dalla monarchia, le
aveva viste in parte accolte. Dovette dunque, di fronte agli eventi rivo­
luzionari francesi, e al contemporaneo allontanamento del proprio go­
verno monarchico da ogni volontà di riforma, operare una difficile con­
versione dei propri ideali riformistici in ideali rivoluzionari. Conversio­
ne che non fu necessaria per coloro che, come Vincenzo Russo, appar­
tenevano ad una generazione successiva23.
20 Sulle differenze tra le due edizioni cfr. l
'Introduzione
di F. Lomonaco a F. M.
PAGANO,
De’ Saggipolitici,
rist. anast. della prima edizione, cit., pp. XIII-XCIV.
21 Cfr. F. M.
PAGANO,
De’ Saggipolitici,
seconda edizione, voi. Ili, Napoli, 1792, p. 144.
22 Id.,
De’ saggipolitici,
rist. anast. della prima edizione, cit., p. XIX.
23 Cfr.
G . GALASSO,
Lafilosofia in soccorsode’ governi,
Napoli, 1988, pp. 513-518,520-522.
1...,76,77,78,79,80,81,82,83,84,85 87,88,89,90,91,92,93,94,95,96,...402