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PAOl.O CR1STOFOLINI
TI D’iìARRACH
/ Auditore della Sagra Ruota Romana.
IN NAPOLI,
/ Pres­
so il Parrino 1731. /
Con Licenza d e ’ Superiori.
Dalla seconda edizione della
Bibliografia vichiana
di Benedetto Cro­
ce e Fausto Nicolini ce ne risultano noti due soli esemplari, quello in pos­
sesso del Croce e uno successivamente trovato e acquistato da Benedet­
to Nicolini2. Non posso dire, al momento presente, se e quanti eventua­
li altri ne siano stati rinvenuti in seguito; soltanto, sono in grado ora di
segnalarne uno, di proprietà del dottor Lorenzo Carlino di Lecce, sti­
mato medico pediatra oltre che bibliofilo appassionato, che me ne ha
gentilmente fornito l’informazione consentendomene la presa in esame.
Trattasi di esemplare intonso, salvo una segnatura in luogo di
ex libris,
dalla grafia tardo-settecentesca o di primo Ottocento: «Antonio Pinto /
Padovano». La tiratura deve essere stata molto bassa, ma la presenza a
fine secolo di un esemplare in ambiente padovano, e, quel che più con­
ta, la menzione elogiativa nell’edizione bolognese del Benini, danno il se­
gnale di un’opera che non è passata inosservata ben oltre la cerchia na­
poletana e meridionale.
Due brevi testi precedono la traduzione del poemetto, la dedicatoria
a Ernst von Harrach, firmata dal traduttore leccese, e la prefazione re­
cante la firma di Vico. Anche il primo dei due, oramai possiamo dirce­
ne certi, è in realtà uscito dalla penna di Vico; già ne erano convinti il
Villarosa, che afferma di avere trovato tra le carte vichiane il principio
della dedicatoria scritto di sua mano, e il Corcia, che include entrambi i
testi nella sua edizione vichiana del 1834; il Ferrari pare prendere le d i­
stanze, non pubblicando tra le opere di Vico la dedicatoria; ma la que­
stione dell’attribuzione può senz’altro considerarsi risolta positivamen­
te e con argomenti solidi dopo l’unico importante saggio che conoscia­
mo sull’argomento, che è quello appositamente dedicatogli da Benedet­
to Croce nel 19393.
Il Croce osserva come la dedicatoria firmata dal Belli sia concentrata
molto più sul corso di pensieri proprio di Vico intorno al diritto natura­
le, che sull’argomento per lui «insipido o ingrato» della medicina4; se si
considera come fosse corrente l ’uso, negli scritti d’occasione, di presta­
2 B.
CROCE,
Bibliografia vichiana accresciuta e rielaborata da F. Nicolini,
2 voli., Napoli,
1948, voi. I, pp. 89, 162.
3 Id.,
Una dedicatoria e una prefazione di Giambattista Vico,
in «C ritica»,
1939,
che citia­
mo da: Id.,
Aneddoti di varia letteratura,
2
voli., Bari,
1953,
voi. II, pp.
222-231.
Per como­
dità del lettore si darà qui di seguito la paginazione dei due testi in base all’edizione Nicolini:
G. Vico,
Opere,
Milano-Napoli,
1953,
pp.
932-937
e
945-950;
saranno però riprese le scelte
grafiche (maiuscole, corsivi, apostrofi, ecc.) e la punteggiatura della
editio princeps.
4 B.
C
ro ce
,
Una dedicatoria...,
cit., p. 226.
1...,114,115,116,117,118,119,120,121,122,123 125,126,127,128,129,130,131,132,133,134,...305