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PAOI.O CRISTOFOLIN1
zionata. Vico suggerisce comunque che tra le scienze poetiche, o eroi
che, anche la medicina trovi il suo posto che, nel panorama del secondo
libro, è quello che si intitola alla
fisica p o etica d e ll’u om o
; questa prefa
zione al Fracastoro funge anche, in qualche modo, da chiosa esplicativa
ad illustrazione di un quadro storico della scienza che nell’opera mag
giore è oramai definito.
Insomma la medicina, che nel secondo libro della
Scienza nuova
non
figura tra le «scienze poetiche», appare qui con la stessa dignità di quel
le, in quanto «negli antichissimi tempi fu professione di Eroi»; si deve
dunque poter parlare di «medicina eroica» che è sinonimo di «med ici
na poetica», allo stesso modo in cui quella che nella
Scienza nuova
1730
è «politica eroica» diviene, senza sostanziali mutamenti, «politica poeti
ca» nella redazione del 1744.
Ma l’argomentazione vichiana non si ferma qui. Siccome l ’oggetto in
questione è il poema del Fracastoro, che affronta una questione medica
attuale, Vico non si contenta di riconoscere all’autore e al traduttore la
sublimità e dunque l ’efficacia dello stile poetico, ma si interroga pure, e
la cosa merita sottolineatura, sul valore scientifico dello scritto. E il luo
go forse più raro e inedito di queste pagine, e non pare un caso che il
Croce, nel suo importante saggio qui sopra ricordato, evita di occupar
sene tagliando una lunga citazione proprio nel punto in cui uno spunto
di attenzione verso la scienza naturale moderna si affaccia. Ecco il bre
ve passaggio:
Il vero è, che essa materia è trattata con Principi, i quali ora non soddi
sfano al buon gusto del fisicare presente; perché l’Autore siegue la vanità
dell’Astrologia, e spiega le ragioni naturali di cotal morbo per qualità: ma
nientemeno vi sfolgora di tempo in tempo alcuni grandi lumi di Fisica, e Me
dicina16.
Meritano sottolineatura due espressioni: questo arpax del «fisicare»,
infinito sostantivato rarissimo, che sta in questo caso a designare la scien
za «fisica dell’uomo» e la pratica medica; e il «buon gusto», che ricorre
anche nella
Risposta a l Giornale d e ’ Letterati
(nel capitoletto «Delle co
se meditate») a designare l ’attualità, la modernità. Vico, che troppo spes
so, sulla scia dell’interpretazione crociana, appare refrattario verso le
scienze naturali e verso la modernità, prende qui molto chiaramente le
distanze non certo rispetto agli sviluppi recenti della scienza fisico-me-
dica - e del resto la sua vicinanza di formazione al mondo degli Investi
ganti e all’insegnamento del Porzio può considerarsi, dopo i lavori di Ba-
16
Ibid.,
p. 949.