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JÓZSEF NAGY
Dopo la traduzione della
Scienza nuova
del 1744, oltre a Rozsnyai so
lo Eugenio Koltay-Kastner ha dedicato alcuni studi a Vico. Il primo tra
questi,
Vico Carafa-életrajza
[‘La vita di Carafa’ del Vico]5, è stato scritto
con Nàndor Benedek e pubblicato negli «Acta Germanica et Romanica»:
si tratta di uno studio di carattere prevalentemente storico-filologico, il
cui tema è stato recentemente analizzato tra l’altro anche da Andrea Bat
tistini6. Gli autori prendono le mosse della comunicazione di Benedetto
Croce,
Giovanbattista Vico scrittore d i storie dei suoi tempi,
letta nel 1923
all’Accademia di scienze morali e politiche della Società Reale di Napoli
e pubblicata prima nel volume
Uomini e co se della vecch ia Italia,
e poi nel
XX volume delle
Opere.
Croce poneva in quella sede il problema se la
storiografia ungherese conoscesse e utilizzasse l ’opera sul Carafa, pub
blicata nel 1716 a Napoli, per valutare il ruolo che il generale dell’eserci
to austriaco aveva avuto nelle guerre contro la potenza turca e contro il
movimento nazionale ungherese di Imre Thòkòly, che determinò il pro
cesso sommario e l’esecuzione crudele nel 1687 a Eperjes di un gruppo
di religione luterana sospettato di preparare una congiura antiaustriaca7.
In un articolo del 1970 su
Machiavelli és Vico
[
M achiavelli e Vico]*,
Koltay-Kastner mette in evidenza come i due autori possano essere com
parati anzitutto in base alla loro valutazione dei fattori
co n tin g en ti
per
acquisire e mantenere il potere politico. Come scrive 1’ A.,
dal
1502
in poi, quando per incarico del gonfaloniere Soderini viene no
minato ambasciatore da Cesare Borgia, Machiavelli tenta di definire in di
versi modi il concetto di fortuna. Il rapporto della Fortuna con il caso - que
st’ultimo citato spesso da Livio per rivelare le cause degli eventi della storia
di Roma - , con l’occasione, con il fato, ma innanzitutto con la virtù e il li
bero arbitrio non viene chiarito. A volte [Machiavelli] denomina la fortuna
‘dio’, o - come se citasse Vico - 'provvidenza’9.
Koltay-Kastner spiega dettagliatamente, tra l’altro, il modo in cui Vi
co adatta la concezione machiavellico-polibiana alla propria teoria filo-
sofico-storica, e conclude affermando che
nella seconda edizione della Scienza nuova, quella del
1730,
Vico appli
ca il principio machiavelliano del cambiamento ciclico non solo ai singoli
5
E. K
oltay
-K
astner
-N. B
enedek
,
Vico Carafa-életrajza,
in
«Acta Germanica et Roma
nica», t. Ili, Szeged, 1968, pp. 3-39.
6 Cfr. A.
BATTISTINI,
Vico tra antichi e moderni,
B o logna,
2004, pp. 101-131.
7 Cfr.
K
oltay
-K
astner
- B
enedek
,
op. cit., p. 39.
8 E. K
oltay
-K
astner
,
Machiavelli és Vico,
in «Filológiai Kòzlòny», 1970,1-2, pp. 26-39.
9
Ihid.,
p. 30.